Esame di lingua superato per Expo 2015. La più nota fiera al mondo dell’agroalimentare chiude i battenti e, di giorno in giorno, si fa la conta di ciò che ne resta. Se in Italia la manifestazione ha tenuto banco su tutte le testate nazionali e locali, non era altrettanto scontato che l’Esposizione organizzata dal Belpaese riuscisse a catturare l’attenzione della stampa internazionale.
Data Stampa nei mesi di Expo 2015 ha tenuto i fari puntati anche sulle principali testate estere online e offline. Secondo i pezzi monitorati, tutti i continenti hanno dato buona copertura all’evento.
Con una percentuale di copertura del 52,2%, l’Europa è al primo posto tra i continenti che hanno dato maggiore visibilità alle notizie legate alla manifestazione, con approfondimenti, interviste, servizi speciali, fotogallery. L’America, da sempre attratta dal modello italiano di alimentazione, è stata il secondo continente in “classifica” (25,1%), con un’attenzione particolare riservata alla manifestazione, come è ovvio, durante i giorni a Milano di Michelle e Barack Obama. Segue l’Asia con il 14,8%, memore del successo in Giappone dell’ultima Esposizione Universale. Per l’Africa, con il 7,8% della produzione della rassegna, si è trattato di una presenza storica ad Expo 2015, per numero e per qualità: ogni Paese infatti ha avuto un proprio padiglione nazionale, autonomo o inserito all’interno dei cluster. In Oceania, nonostante la vastità del territorio, l’Australia è stato il solo Paese a dedicare articoli ad Expo, con lo 0,01% della produzione mondiale web/stampa.
I Paesi che hanno prodotto il maggior numero di articoli in Africa risultano la Repubblica Democratica del Congo con una percentuale dell’1,2% sul totale mondiale degli articoli web e cartacei pubblicati, seguita da Kenya e Angola con 0,7%; in America, gli Stati Uniti con il 7,1% e il Brasile con il 4,2%; in Asia la leadership è della Cina con una percentuale del 3,4%, a seguire Emirati Arabi e Russia con l’1,9%; in Europa (tralasciando l’Italia) ai primi posti troviamo la Francia con il 14,4% e la Spagna con il 12,1%.