MILANO 2015

Expo, Arnone: “Il virtual tour degli stand è il nostro fiore all’occhiello”

Il direttore Technologies & digital innovation: “Grande impegno professionale, ma anche personale ed emotivo. Possiamo sperimentare soluzioni innovative uniche, non capita tutti i giorni”

Pubblicato il 28 Apr 2015

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Guido Arnone è direttore Technologies & digital Innovation di Expo 2015. Presiede tutte le attività relative ai progetti di digital online e digital on site.
Come sta vivendo questa sfida?
È un grosso impegno professionale, ma anche personale ed emotivo. Possiamo sperimentare soluzioni innovative uniche, non capita tutti i giorni. È un’occasione unica di crescita professionale, che richiede managerialità, competenze tecniche, creatività.
La sfida più complessa?
La gestione dell’articolazione e della dimensione del progetto. Sono previsti 20 milioni di visitatori: un volume esplosivo. Poi la difficile coniugazione di digitale e fisico, di ciò che sta in Rete con ciò che accade sul sito fieristico.
Com’è organizzato il team digital?
Abbiamo tre aree di competenza: un team sui sistemi di back-end, uno sull’online e un terzo per il digitale sul sito espositivo. Non contano molto le gerarchie, ma le professionalità. Anche persone relativamente più junior hanno responsabilità elevate.
Che flessibilità professionale è richiesta?
Siamo passati dalla progettazione e pianificazione allo sviluppo e implementazione, e siamo all’operatività. Il lavoro è cambiato col tempo: la flessibilità richiesta è tipica delle start-up. Servono competenze orizzontali e saper gestire fasi progettuali eterogenee.
Qual è il fiore all’occhiello?
Almeno un paio: il virtual tour via Web di Expo, che consente una navigazione immersiva nella realtà virtuale, con tecnologia Oculus, per visitare padiglioni e spazio espositivo. Poi i totem interattivi, che consentono l’interazione attiva con i clienti durante la visita.
Expo è un evento a termine. È un problema per lei?
No, al contrario Expo è una grandissima opportunità. Ho lavorato all’estero e sono abituato ogni 3-4 anni a rimettermi in gioco. Credo che non esistano più due miti del passato: il posto fisso e le tecnologie che, una volta apprese, fanno fare carriera. Il mondo cambia più velocemente di una volta, specialmente nelle aree tecnologiche e nel digitale. L’importante è riuscire a reinventarsi, capire come sta evolvendo il mercato e migliorare le proprie competenze. Expo è unico da questo punto di vista, nel campo delle tecnologie, ma anche in quello dell’architettura o dei servizi.
Il primo maggio, festa del lavoro, inizia Expo. Lei che cosa farà?
Io lavorerò. Negli uffici vicino al sito, con il mio staff.

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