COMPETENZE

Export e digitale, alleanza sulla formazione tra Google e ministero degli Esteri

Parte il programma di accelerazione “Think Global, Export digital” per creare esperti in internazionalizzazione d’impresa e per la promozione del Made in Italy. Intanto BigG abbandona Floc per Topics nell’online advertising

Pubblicato il 26 Gen 2022

Google Export

Sostenere le piccole e medie imprese italiane nei loro progetti di export: è questo l’obiettivo di “Think Global, Export Digital”, programma di accelerazione per l’export di Google nato in collaborazione con il ministero degli Affari Esteri, che prevede un percorso di formazione per Digital Temporary Export Manager. In altre parole, professionisti esperti in strategie di internazionalizzazione d’impresa, che aiutino le imprese online anche all’estero grazie al digitale. Il progetto va ad affiancare una serie di altre inziative e strumenti messi a disposizione delle imprese da Google.

A illustrare questi progetti è proprio la società di Mountain View in un post sul blog aziendale, che sottolinea come un’efficace strategia per l’internazionalizzazione richieda un’analisi affidabile sulle reali potenzialità commerciali dei propri prodotti in altri Paesi. “Per aiutare le aziende a trarre il massimo vantaggio da questa trasformazione, e per supportare il sistema produttivo italiano – si legge nel post – da qualche anno Google ha reso disponibile Market Finder, uno strumento senza costi che permette alle piccole e medie imprese di identificare quali sono i Paesi con il maggiore potenziale per l’esportazione dei propri prodotti”. La soluzione viene oggi arricchita da una serie di nuova funzionalità basate sull’intelligenza artificiale, che tramite un test suddiviso in sei passaggi consentono di calcolare l’ “Export Readiness Score”, punteggio che riflette il livello di preparazione di un’azienda per l’export, con raccomandazioni personalizzate per accelerare il proprio percorso di internazionalizzazione.

Quanto a “Think Global, Export Digital”, l’obiettivo dei corsi tenuti da Google sarà fornire ai professionisti D-Tem gli strumenti necessari per portare le imprese online anche all’estero, e per migliorare le attività delle aziende attraverso una strategia di internazionalizzazione digitale. Il programma di “Think Global, Export Digital” verrà messo a disposizione dei D-Tem nelle prossime settimane dal Ministero degli Affari Esteri attraverso i propri canali.

Allargando l’orizzonte su scala europea, infine, Google è in procinto di avviare “Think Global”, in collaborazione con Economist Impact, per raccontare come gli investimenti delle aziende nei mercati esteri possano portare a nuove opportunità di crescita grazie alla digitalizzazione.

Tra le iniziative di Google in Italia verso le piccole e medie imprese emerge il progetto Eccellenze in Digitale, che risale al 2014, e il più recente Italia in Digitale, indirizzato al supporto per la digitalizzazione di oltre un milione di imprese e persone, attraverso strumenti senza costi (come Google Trends, Grow My Store e Think with Google) e programmi di formazione.

Rimanendo in casa Google, la società ha recentemente annunciato, nel campo diei sistemi per l’online advertising, di voler abbandonare la soluzione FLoC (nato come alternativa ai cookie di terze parti per inviare pubblicità personalizzata) a favore del nuovo “Topics“, che a breve verrà testato su Chrome.

“FLoC, nel corso dei primi test, non ha fornito i risultati sperati e questo cambio da parte di Google non è una sorpresa – afferma Rohini Sen, Global Head dell’Audience Intelligence and Measurement di Quantcast – Siamo perfettamente consapevoli che la strutturazione di dati correlati a topic attraverso segnali contextual è una strada percorribile, tuttavia un approccio consumer first richiederà una soluzione basata sul consenso. Mentre un’unica ed immediata risposta per la privacy non è ancora disponibile, l’ultima mossa di Google sembra, ancora una volta, essere stata ideata unicamente per soddisfare gli interessi di un solo browser non tenendo in considerazione le esigenze dei consumatori o dell’open internet”.

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