DIGITAL TRANSFORMATION

Ezio Viola: “Senza Pmi digitali non c’è Stato digitale”

L’Ad di Innovation Group: “Bisogna favorire lo sviluppo di un nuovo ecosistema di imprese specializzate sulle filiere produttive che rendano competitivo il nostro Paese”

Pubblicato il 26 Nov 2015

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È noto come il tessuto produttivo italiano sia costituito per il 95% da PMI, ed è altrettanto noto, da tutte le ricerche e gli studi sull’argomento, come le PMI siano il segmento di mercato che ha meno investito in tecnologie digitali. Questo non significa che non vi siano PMI più competitive che hanno fatto innovazione ma, generalmente, il focus è stato posto sul prodotto, legato alle tecnologie produttive specifiche delle nicchia e segmento in cui operano, mentre poca attenzione è stata posta sui processi e sui modelli di business.

La presenza sul web di PMI con attività di commercio elettronico è limitata (solo il 72% ha un collegamento a internet ) e la qualità dei siti, in molte realtà, è rimasta alla prima o seconda generazione del web; analoghe considerazioni si possono fare circa l’utilizzo di piattaforme mobile: in molte realtà è ancora limitata alla pura comunicazione, non utilizzata per aumentare la produttività o come canale di interazione per fornire migliori servizi ai clienti.

Esistono tuttavia alcuni fattori che porteranno a un radicale cambiamento: la crisi economica, dalla quale stiamo faticosamente uscendo, farà sopravvivere quelle aziende che sapranno cavalcare l’innovazione digitale a tutto tondo, mobile, cloud computing, i social network: sono, queste, tecnologie che rendono più economica e veloce l’adozione di soluzioni innovative nei processi di front end e accompagnano le imprese verso la rivoluzione della Industria 4.0. Quest’ultima significa un utilizzo pervasivo di tecnologie come l’IoT, la stampa 3D, l’additive manufacturing, la robotica avanzata, la nuova generazione di macchine a controllo numerico, tutte tecnologie applicabili ai processi manifatturieri: sono tecnologie disponibili e alla portata anche delle PMI e le aziende più innovative le stanno già utilizzando, con un ritorno sugli investimenti di ordini di grandezza superiori rispetto alle imprese non innovative.

Occorre fare in modo che il nostro Paese non perda questa opportunità. Un segnale incoraggiante è la proposta del super ammortamento accelerato previsto nella legge di stabilità per gli investimenti in nuovi macchinari. Questa iniziativa tuttavia non è sufficiente, occorre estenderne l’applicabilità anche alle componenti intangibili come il software e agli investimenti in progettualità innovative. Le imprese, le loro rappresentanze istituzionali e l’industria digitale devono fare la loro parte, aprendosi ad un rapporto nuovo e costruttivo di partnership, per creare ambiti di diffusione della conoscenza e così favorire lo sviluppo di un nuovo ecosistema di imprese specializzate sulle filiere produttive, sia a livello territoriale che di settore merceologico, che rendano competitive il nostro Paese.

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