LA POLEMICA

Facebook accusa la Ue: “Ci chiedono dati sensibili irrilevanti”

Il social network a luglio aveva bloccato le richieste ufficiali di ottenere documenti aziendali da parte della Commissione. E ora rilancia: “Alcune informazioni chieste durante le indagini preliminari metterebbro a rischio le famiglie dei dirigenti”

Pubblicato il 01 Set 2020

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Facebook non ci sta e contrattacca alle richieste di documenti per le indagini antitrust della Commissione europea: “La natura straordinariamente ampia – scrive il social – delle richieste da parte della Commissione europea comporterebbe da parte nostra di fornire documenti prevalentemente irrilevanti che non hanno niente a che fare con le investigazioni della Commissione, incluse anche alcune informazioni personali altamente sensibili”.

Secondo quanto sostiene Facebook i dati richiesti dalla Ue includono: “La corrispondenza dei dipendenti su questioni mediche; la corrispondenza nelle situazioni di lutto; i documenti relativi a investimenti personali; le domande di lavoro; le perizie interne; i documenti che valutano i rischi per la sicurezza per i familiari del personale-chiave di Facebook“.

Bruxelles questa estate aveva cominciato a esaminare le attività commerciali della piattaforma e il modo con cui vengono usati i dati raccolti nelle varie app. Si tratta di una delle varie analisi per mezzo delle quali si cerca di capire se le grandi aziende di Internet stiano seguendo le regole, e segue un’analoga indagine e portata avanti sul modo con il quale Amazon raccoglie i dati di chi vende sulla sua piattaforma e sull’app store di Apple.

Facebook in questo caso ha risposto accusando la Commissione europea di voler divulgare dati secondo lei irrilevanti ai fini delle indagini ma che includono dettagli della corrispondenza di membri di vertice dell’azienda e che mettono a rischio la sicurezza delle loro famiglie.

Adesso sono emerse dalla documentazione depositata dalla Corte europea di giustizia le motivazioni dell’istanza di interruzione della richiesta che Facebook aveva presentato a luglio tramite una mozione. L’istanza aveva bloccato temporaneamente le richieste della Commissione per quasi tutti i documenti interni interni richiesti. In questi mesi sono in corso due indagini preliminari da parte della Ue, che sono ancora nelle loro prime fasi. Una è relative alle pratiche di Facebook per il trattamento dei dati e una alla raccolta degli annunci economici.

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