Facebook ci spia anche tramite il tasto “Mi piace” integrato
nelle pagine web dei siti internet. Si chiama “social widget” e
permette di esprimere la preferenza per il contenuto della pagina
sulla pagina stessa e farlo comparire in automatico sul social
network. Anche Twitter e Google Buzz hanno dato la possibilità
agli amministratori dei siti di inserire un tasto simile sui propri
siti internet.
Oggi circa un terzo dei mille siti più visitati sul web hanno
integrato il tasto “Mi piace” di Facebook, un quarto il social
widget di Google Buzz e un quinto quello di Twitter. Il Wall Street
Journal, proseguendo nella sua inchiesta sui siti che tracciano le
nostre mosse, ha scoperto che questi tasti monitorano le visite
alle pagine che li integrano e inviano i dati ai rispettivi social
network che li gestiscono. Questi social network vengono a sapere
se un utente ha stazionato su una specifica pagina web anche se non
ha cliccato sul social widget. Basta aver fatto il login al social
network perché sia monitorata per un mese anche se viene chiuso il
browser o spento e poi riacceso il computer. L’unico modo per non
essere tracciati tramite i social widget è eseguire il logout dal
social network.
In risposta all’inchiesta del Wall Street Journal Facebook ha
fatto sapere che utilizza le informazioni per fini pubblicitari
esclusivamente se l’utente clicca su “Mi piace” e che
conserva i dati per una durata massima di 90 giorni. Google invece
ha dichiarato di eliminare i dati ogni 15 giorni. Twitter, invece,
ha spiegato che le informazioni non vengono utilizzate ed eliminate
velocemente. Le dichiarazioni dei tre colossi del social networking
sono state confermate dagli autori dell’inchiesta del Wall Street
Journal.