Google e Facebook “a rapporto” alla Camera. Le società sono state audite in commissione Trasporti e Tlc nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle nuove tecnologie nelle telecomunicazioni, con particolare riguardo alla transizione verso il 5G ed alla gestione dei big data.
Gli Ott hanno entrambi annunciato la loro strategie in vista delle elezioni europee. “A fine marzo lanceremo nuovi strumenti per prevenire il più possibile le interferenze esterne nelle elezioni e rendere la pubblicità elettorale su Facebook più trasparente – ha detto Laura Bononcini, responsabile Relazioni Istituzionali per il Sud Europa di Facebook – Tutti gli annunci elettorali saranno raccolti in un archivio pubblico dove verranno conservati per 7 anni e per coordinare le attività apriremo a breve a Dublino un centro operativo dedicato all’integrità delle elezioni”.
“Tutti coloro – ha aggiunto – che vorranno promuovere pubblicità sul social relative ad un partito, candidato, o ad un tema rilevante per la campagna elettorale dovranno essere sottoposti ad una procedura di autorizzazione e sugli annunci stessi verrà evidenziato da chi sono stati finanziati”. Bononcini ha poi sottolineato che Facebook “userà l’intelligenza artificiale in ambito elettorale per rimuovere i profili falsi” e che fa parte da “un anno del tavolo Agcom sul pluralismo dell’informazione”.
Google sta lavorando affinché diventi più stringente l’obbligo di trasparenza della natura del messaggio politico. “Abbiamo promosso iniziative su sollecitazione dell’Agcom e per contrastare il fenomeno della disinformazione online – ha spiegato Diego Ciulli, public policy manager di Google Italia- abbiamo il dovere di rendere le piattaforme sicure e trasparenti ma non abbiamo il dovere di decidere ciò che è vero o falso”.
Focus anche sulla privacy, tema caldo sia per BigG sia per il social, soprattutto alla luce del Gdpr.
“Riguardo al Regolamento generale Ue sulla protezione dei dati – ha ribadito Ciulli – noi siamo pienamente impegnati a dare piena attuazione del Gdpr su tutte le nostre piattaforme. E’ un regolamento molto innovativo e molto complesso, ma l’impegno è davvero pieno sulla sua applicazione e implementazione”.
Nella data economy i dati sono un bene prezioso e Facebook lo sa bene. Motivo per cui adotta una policy molto chiare sulla loro tutela. “Facebook guadagna dalla vendita della pubblicità – ha detto Bononcini – Noi vendiamo agli inserzionisti la possibilità di mostrare i loro prodotti e servizi alle persone, e gli inserzionisti ci pagheranno in base al numero di persone che vedono o cliccano i loro annunci. Gli inserzionisti pagano per avere un accesso aggregato all’attenzione delle persone, non pagano per avere i dati singoli delle persone”.
“Le persone non pagano Facebook con i loro dati. Noi non vendiamo i dati che i nostri utenti condividono con noi, perché vendere le informazioni delle persone sarebbe, oltre che una violazione di una serie di diritti, anche contrario ai nostri interessi commerciali, perché ridurrebbe di molto il servizio che noi forniamo agli inserzionisti”.