STUDIO DELOITTE

Facebook, in Italia giro d’affari da 2,5 miliardi

Secondo i risultati di uno studio di Deloitte il nostro Paese è terzo nella classifica europea dopo Germania e Regno Unito. 34mila i posti di lavoro legati alla “filiera”. Ma Greenlight lancia l’allarme: il 44% degli utenti non è interessato alle promozioni commerciali online. A rischio gli investimenti degli inserzionisti

Pubblicato il 17 Mag 2012

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In Italia il giro d’affari generato da Facebook tocca i 2,5 miliardi euro, inferiore soltanto al mercato tedesco e inglese (2,6 miliardi), che possono però contare su una popolazione maggiore. E’ quanto emerge dal report di Deloitte “Misurare l’impatto economico di Facebook in Europa” dal quale si rileva che sul fronte occupazionale, il social network in Italia genera oltre 34 mila posti di lavoro legati alle professioni che ruotano lungo la filiera.

Nel dettaglio Facebook genera 1,6 miliardi nelle cosiddette partecipazioni di Business in Italia, dal momento che le aziende, in particolare piccole imprese, utilizzano le pagine per promuovere il loro brand, aumentare l’awarness, generare nuovo business e per pubblicità. Le partecipazioni sviluppate creano in Italia 21.500 posti di lavoro solo in Italia.

In relazione alle applicazioni che gravitano attorno alla piattaforma e alle “social activities”, Facebook ha favorito le attività economiche in Italia per un valore pari a 156 milioni generando 2.000 posti di lavoro, mentre ha prodotto un aumento delle vendite di tecnologia attraverso una crescente domanda di dispositivi e connessioni a banda larga fino ad un valore pari a 778,6 mln portando a 10.100 nuovi posti di lavoro.

“L’Italia – dice Alberto Donato, partner Deloitte e responsabile del settore TMT – mostra ottimi risultati economici e prospettive occupazionali. In particolare è interessante notare come si preveda nel prossimo futuro un’elevata richiesta di mestieri legati ai nuovi social media, come gli esperti di marketing in social network, gli online advertiser, i community manager e i web data base analyst”.

Allargando l’indagine all’Unione Europea il giro d’affari legato a Facebook è superiore ai 15 miliardi di euro e i posti di lavoro a oltre 230mila. Il social network genera 7,3 miliardi di impatti economici di larga scala attraverso la partecipazioni, generando circa 111mila posti di lavoro. In termini di applicazioni ha portato ad un fatturato di 2,2 miliardi e contribuito a creare 33mila posti di lavoro e sul fronte delle tecnologie ha favorito vendite di prodotti per 5,5 miliardi e la creazione di 85.300 posti.

In Italia il numero di utenti ha raggiunto quota 21 milioni di utenti al mese, di cui 13 milioni accedono a Facebook su base quotidiana. Nel nostro Paese vengono effettuati 2 milioni di check-in e 1,5 miliardi di “like” al mese. Le connessioni a Facebook via mobile riguardano 7,5 milioni di utenti ogni mese.

I risultati dello studio sono stati comunicati oggi da Sheryl Sandberg, Coo di Facebook: “Lo studio presentato oggi dimostra come Facebook sia un fenomeno che va ben oltre il condividere foto o restare in contatto con gli amici; il mondo dei social media significa sempre di più crescita e lavoro. Come sottolinea la ricerca di Deloitte, i social media si stanno dimostrando particolarmente validi per le piccole e medie imprese che formano la struttura portante dell’economia europea. L’impatto dei social media è davvero una sorpresa positiva di questi tempi, ma la crescita non avviene da sola. Dobbiamo investire in formazione, tecnologia e reti in modo che i social media possano continuare a guidare l’innovazione e la crescita economica”.

Accende i riflettori sull’adverting invece uno studio di Greenlight: il 44% degli utenti di Facebook non è interessato alle promozioni commerciali pubblicate online dagli inserzionisti. Questo il risultato di un’indagine condotta dall’agenzia di marketing digitale,su un campione di 500 utenti secondo cui la strada di Facebook sul terreno dell’advertising è in salita e le aziende non avrebbero troppi motivi per investire in pubblicità sul social network. Fra l’altro dalla stessa analisi emerge che Il 30% degli utenti non si fida delle policy relative alla gestione della privacy e dei dati personali.

Il 50% del campione ha dichiarato di utilizzare Facebook a scopo sociale, per condividere foto e stare in contatto con famiglia e amici. Il social network è terzo nella top ten dei siti più visitati, alle spalle di Google e YouTube, e al secondo posto in quella relativa alla navigazione via smartphone e tablet.

“La popolarità di Facebook non è certo una sorpresa. Però, visto che il 30% degli intervistati dice di non fidarsi per nulla di Facebook sul fronte dei dati personali, l’intero programma di advertising di Facebook è in difficoltà – dice Hannah Kimuyu, director dei media a pagamento di Greenlight – II tutto nonostante il programma di advertising di Facebook consenta ai brand di connettersi a più di 800 milioni di potenziali clienti, targhettizzando l’età, il genere, la località e gli interessi, in altre parole, sfruttando i dati personali”.

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