Nessuna prova finora sul fatto che le persone che lavorano in Facebook ai trending topics abbiamo in qualche modo alterato i dati per “censurare” i temi e le storie di contenuto riferibile all’ambiente conservatore. Anche se con il passare dei giorni sta quantomeno emergendo il fatto che i dipendenti di Menlo Park possano con il loro intervento fare la cosiddetta “Injection”, spingere cioè alcune notizie a danno di altre a seconda delle scelte dell’azienda. Con la campagna elettorale per le presidenziali 2016 in corso negli Usa, il ruolo dei social network nella competizione è ormai diventato un argomento moto dibattuto oltreoceano, tanto che il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, è intervenuto direttamente per gettare acqua sul fuoco rispetto all’ultima polemica.
Il sito del quotidiano britannico Guardian, intanto, ha pubblicato il documento con i principi di comportamento per i dipendenti di Facebook che lavorano alle news e alla sezione “tendenze”, che nella versione italiana non esiste ma che è invece attiva in molti mercati di lingua inglese e in sperimentazione in Spagna e Portogallo. Una versione aggiornata del documento è stata pubblicata a seguire anche da Facebook. Al centro dell’attenzione è così finita la questione che alla base della pubblicazione delle notizie ci sarebbero criteri editoriali basati sulle scelte della società e dei dipendenti, e non soltanto automatismi governati da algoritmi, che danno semplicemente priorità a ciò che è più letto, cliccato o condiviso.
Facebook, ha detto Zuckerberg, “prende molto seriamente” le accuse di cui è stato oggetto e “sta conducendo un’indagine per assicurarsi che la sua squadra mantenga l’integrità del prodotto”. “Nelle prossime settimane inviterò i leader conservatori e altre persone di vari orientamenti – ha sottolineato – per capire il loro punto di vista e comprendere come Facebook possa rimanere il più aperta possibile”. “Potete contare sul mio impegno all’adozione di ulteriori misure per affrontare il problema, se troveremo qualsiasi cosa che vada contro i nostri principi – ha aggiunto – Ogni strumento che sviluppiamo è progettato per offrire voce a un numero più elevato di persone e per mettere insieme la nostra comunità globale. Fino a che sarò alla guida di questa compagnia, questa sarà sempre la nostra missione”.
Nello specifico, secondo l’accusa sollevata nei confronti del social network, i dipendenti di Facebook avrebbero regolarmente censurato notizie appartenenti all’area politica dei conservatori statunitensi, escludendole dalla sezione che ospita le notizie di tendenza sul social. L’accusa, rimbalzata online negli Usa, si basa sulle dichiarazioni di un giornalista che avrebbe fatto parte del team ‘News’ di Facebook. Mentre altri “curatori di news” del social network avrebbero dichiarato di aver inserito tra le notizie di tendenza alcune news che non erano abbastanza popolari per aver diritto a quella vetrina.
Una risposta a caldo, prima dell’intervento di Zuckerberg, era arrivata anche dal vicepresidente di Facebook, Tom Stocky, responsabile dei Trending Topics, che in un post sul social network ha spiegato di non aver trovato prove a supporto di quanto dichiarato dalle fonti anonime: “Facebook è una piattaforma per persone e prospettive di tutto lo spettro politico – aveva sottolineato – Ci sono linee guida rigorose per il team di revisione volte ad assicurare coerenza e neutralità, le quali non permettono la soppressione di visioni politiche, né il favorire un punto di vista a un altro, o una fonte di news a un’altra”.