WEB TAX

Facebook si accorda col Fisco francese: oltre 100 milioni di tasse arretrate

Il social network avrebbe acconsentito a chiudere la partita 2009-2018. Nell’ammontare anche 22 milioni di sanzioni. Un salasso che porta in rosso i conti della filiale d’Oltralpe

Pubblicato il 24 Ago 2020

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Un patto fiscale da 104 milioni di euro: Facebook – secondo quanto riferisce la rivista francese Capital sul proprio sito web – avrebbe raggiunto un accordo con il Fisco francese sul periodo che va dal 2009 al 2018. E la cifra includerebbe 22 milioni di sanzioni stando ai documenti consultati dal magazine. L’esborso fa rivedere al ribasso il business d’Oltraolpe: la controllata francese del colosso del web va in rosso con perdite per 88 milioni di euro e un patrimonio netto negativo per 70 milioni.

La battaglia francese sulla cosiddetta web tax si è fatta sempre più pressante da un anno a questa parte ossia da quando, nel 2019, è stata varata la cosiddetta Taxe Gafa (l’acronimo sta per Google, Amazon, Facebook e Apple) che ammonta al 3% del fatturato e si applica alle aziende del web con ricavi di oltre 750 milioni di euro a livello globale di cui almeno 25 relativi al business nel Paese. La tassa si è già abbattuta su Google ed Apple già costrette a sborsare oltre 1,5 miliardi di euro.

A giugno scorso il governo Usa ha interrotto i negoziati sulla web tax e a luglio ha annunciato una controffensiva: “Abbiamo ricevuto una lettera del segretario Usa Steven Mnuchin nella quale ci conferma che non vogliono proseguire i negoziati sulla tassazione digitale. Questa è una provocazione”, annunciò il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire. “C’è rammarico, ma andremo avanti con una proposta Ue”, ha garantito il commissario Ue Paolo Gentiloni.

Riguardo al dibattito in corso in Europa a luglio il presidente dell’Antitrust italiano, Roberto Rustichelli, in audizione alla Camera, ha evidenziato la necessità di tassare gli utili degli OTT tenendo conto del luogo in cui vengono generati. “Per la tassazione dei giganti del web in Europa – spiega in audizione alla Camera – occorre, in particolare, recuperare lo stretto legame che deve esistere tra luogo di produzione del valore e degli utili e luogo in cui l’imposta viene effettivamente versata, anche perché l’attività delle società digitali incide negativamente su quella degli operatori ‘tradizionali’ radicati a livello territoriale”.

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