Controversa, mutevole e con scarsa possibilità di dare certezze. Eppure è ancora Facebook la piattaforma social più utilizzata dagli editori. Emerge dal report di Reuters “Private Sector News, Social Media Distribution, and Algorithm Change“, secondo cui il social network guidato da Mark Zuckerberg tiene duro nel matching tra social e testate giornalistiche, malgrado i “voltafaccia” sull’algoritmo e i crolli di fiducia come quelli avvenuti a seguito del caso Cambridge Analytica.
Il rapporto si basa su 21 interviste a redattori e manager senior di 12 testate giornalistiche e emittenti in Finlandia, Francia, Germania, Italia, Polonia e Regno Unito. Comuni alle testate alcuni obiettivi strategici rispetto ai social: indirizzare il traffico verso i propri siti, migliorare la presenza off-site, aumentare gli abbonamenti digitali. Ma ogni testata utilizza in modo diverso i social modulandone l’adozione in base al proprio modello di business. Tra gli italiani, per esempio, sono la Repubblica e TgCom 24 le due testate che si affidano maggiormente ai social: non solo Facebook, ma anche Twitter e Instagram. In gradi e modalità diverse.
Eppure Facebook sta perdendo quota. Nel mese di settembre nel mondo le notizie vengono raggiunte più attraverso Google search che attraverso la piattaforma di Zuckeberg, dice Parse.ly: il rapporto è 48% contro 27%. Un grosso colpo alla sua affidabilità come turbo alla visibilità di notizie è arrivato a genaio 2018 con la modifica degli algoritmi di classificazione a favore dei contenuti degli “amici”.
Cionostante per buona parte degli editori – soprattutto quelli che fanno minor affidamento sugli abbonamenti – continua a rappresentare una delle fonti di visibilità per le proprie notizie. Dato che si tratta della piattaforma di social media più grande e più diffusa viene vista ancora come un potente motore di traffico, copertura e vendita di abbonamenti.
Twitter, al contrario, viene apprezzato in particolare per generare visibilità anche off-site attraverso breaking news all’interno di élite composte tra l’altro da politici, giornalisti e appassionati di politica. Il suo contributo al traffico e la resa in termini di ricavi digitali vengono considerati limitati.
In forte ascesa Instagram (di proprietà di Facebook). Viene vista come piattaforma in rapida crescita per raggiungere un elevato engagement e promuovere nuovi brand in particolare per il pubblico più giovane. “Instagram è efficace per le soft news e per quelle entertainment, anche se stiamo cominciando a testarla per notizie più impegnative e breaking news” dicono alla Repubblica.
Quindi investimenti da parte delle testata sui social media principalmente per ottenere benefici indiretti sotto forma di referral traffic e promozione di vendite di abbonamenti digitali. Ma ancora nessuna chiara visione del business model ideale.