Facebook rilancia sul fronte privacy. Nel tentativo di riscatto post-datagate e di risollevarsi dopo il tonfo in Borsa il social network blocca l’accesso a “centinaia di migliaia di app” più o meno attive che non si sono sottoposte al processo di revisione iniziato dopo lo scandalo Cambridge Analytica. I termini dell’iniziativa, annunciata a maggio, sono scaduti oggi. La revisione implicava la firma di nuovi contratti sulla raccolta dei dati degli iscritti e una nuova verifica dell’app. “Nei casi in cui abbiamo bisogno di maggiori informazioni, gli sviluppatori avranno un tempo limitato per rispondere”, scrive Facebook.
“Il nostro obiettivo con tutti questi cambiamenti è garantire una migliore protezione delle informazioni degli utenti su Facebook e allo stesso tempo consentire agli sviluppatori di creare grandi esperienze sociali, come la gestione di un gruppo”, spiega Ime Archibong, VP of Product Partnerships del social network.
Il caso Cambridge Analytica, scoppiato pochi mesi fa e che ha influito sui conti dell’azienda, era nato proprio grazie ad un’app esterna alla piattaforma che ha violato le norme. Sul versante politico, poche ore fa Facebook ha scoperto e reso noto un tentativo di influenzare le elezioni di medio termine americane di novembre attraverso account e pagine non autentiche. Le indagini vengono svolte in collaborazione con l’Fbi.