Meno post su fatti e eventi quotidiani della vita dei suoi utenti e tanti video, meme, pubblicità dei brand in bacheca. Facebook negli anni si è evoluto, in parte anche in base a una precisa strategia aziendale, ma i suoi iscritti sono anche diventati meno “coinvolti” e attivi nel pubblicare aggiornamenti sul loro stato e condividere quello che fanno i loro amici.
Lo scrive in un articolo il sito The Information, affermando che lo “sharing” complessivo (il numero di condivisioni, di qualunque tipo di contenuto) sul social network numero uno al mondo è sceso del 5,5% da metà 2014 a metà 2015. In particolare, però, a diminuire sono i contenuti legati al “vissuto personale” di chi usa Facebook: gli utenti pubblicano meno aggiornamenti su quello che pensano e su quello che fanno nella propria giornata, durante le vacanze, nel corso dell’anno scolastico o accademico o nella vita lavorativa. Questo tipo di post, secondo The Information, sono scesi addirittura del 21% da metà 2014 a metà 2015 e il trend sarebbe continuato anche dopo, e quest’anno si sarebbe attestato a un ritmo intorno a -15%.
Facebook però è stato creato e ha costruito la sua fortuna proprio su questo genere di contenuti e condivisioni e i post “personali” sono ancora larga parte di quello che interessa ai suoi utenti.
Pare che il social network abbia creato un team apposito per studiare i motivi del calo di condivisioni e come porvi rimedio. Facebook ha anche cambiato la sistemazione degli aggiornamenti personali in modo che abbiamo preminenza nelle News Feed e reso ancora più facile fare le condivisioni.
Facebook ha replicato all’articolo frenando sull’allarme lanciato in qualche modo dal sito americano: “Le persone continuano a condividere una marea di contenuti su Facebook; il livello complessivo di sharing non solo è rimasto alto, ma simile a quello degli anni passati”.
Gli osservatori Usa notano però che oggi, rispetto ai suoi inizi, Facebook deve fronteggiare la concorrenza di altri social network che stanno guadagnando popolarità e sono molto ferrati sull’accesso mobile; inoltre, la società di Mark Zuckerberg potrebbe aver agevolato il trend che ora cerca di ribaltare inserendo nelle bacheche tanti contenuti extra, dalle notizie di attualità alla pubblicità ai video.