I cinesi sarebbero pronti ad abbandonare la censura sui grandi social network statunitensi e su Youtube in vista dei Giochi asiatici giovanili ad agosto. Secondo la stampa di Hong Kong le autorità cittadine di Nanchino, la città nella parte orientale della Cina che ospiterà i Giochi, sono pronte ad aprire una breccia nella Grande Muraglia di Fuoco, la censura cinese che blocca nel Paese siti come Facebook, Twitter e Youtube.
I dirigenti locali avrebbero già avanzato una proposta del genere agli organi competenti per assicurare agli oltre 2.000 atleti che ad agosto prenderanno parte all’evento il collegamento a Internet senza problemi.
In Cina, infatti, è impossibile collegarsi a diversi siti, comprese le piattaforme che ospitano blog come Wordpress, oltre ai social network.
In alcuni alberghi internazionali cinesi è possibile collegarsi ad Internet e raggiungere tutti i siti, compresi quelli normalmente vietati, grazie a programmi per aggirare la censura, le cosiddette Vpn. I giochi asiatici giovanili si terranno a Nanchino, capoluogo del Jiangsu, dal 16 al 24 agosto, ospitando atleti da 45 paesi, di età compresa tra i 13 e i 17 anni, che concorreranno in 15 sport e 118 eventi.
Intanto questa settimana in California si terrà un vertice bilaterale tra il presidente americano Barack Obama e il suo omologo cinese Xi Jinping nell’ambito del quale la Casa Bianca ha promesso oggi “discussioni franche e dirette” sulla cybersicurezza.
La sicurezza informatica e, in particolare, i furti di dati governativi o privati americani, attribuiti da Washington a hacker operanti dalla Cina, è diventato recentemente un serio argomento di disputa tra i due Paesi. Pechino ha sempre negato di essere il mandante di queste operazioni.
“Riteniamo che sia necessario intavolare una discussione sincera sulla cyber-sicurezza con tutti gli altri paesi, in particolare con la Cina” ha dichiarato un alto responsabile della Casa Bianca, tre giorni prima dell’incontro tra Obama e Xi a Palm Springs, vicino Los Angeles. “Pensiamo che tutti i Paesi debbano rispettare le norme internazionali e stabilire un codice di condotta in materia di sicurezza informatica”, ha aggiunto il responsabile, per il quale “si tratta di prendere misure contro azioni compiute” dal territorio cinese.