“Anche se è assai difficile stabilire se le fake news abbiano influenzato recenti consultazioni popolari in varie parti del mondo, è però arduo sostenere che la diffusione di notizie false sia un bene per la democrazia”. Lo scrive il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, in un intervento sul Corriere della Sera, replicando all’indomani della sua intervista al Financial Times a chi, come Beppe Grillo, chiede una difesa tout court della Rete al suo “stato naturale” e parlando della proposta del Garante come di un “tribuinale dell’Inquisizione”.
Nel suo articolo Pitruzzella ribadisce la necessità di un filtro alle bufale online che, sottolinea, “non hanno niente a che vedere con le opinioni, ma sono delle vere e proprie bugie”. “Le bugie in Rete non sono un bene per la libertà di informazione, che ha sempre due volti. Da un lato c’è il diritto di informare ma, dall’altro lato, c’è il diritto ad essere informati correttamente e a non essere ingannati. Né pare possibile – evidenzia Pitruzzella – sfuggire a quest’ultima osservazione, facendo valere il fatto che chi naviga in Rete può sempre confrontare un’informazione con un’altra per poi stabilire se una notizia sia vera o falsa, perche’ in questo modo si pone sul singolo individuo un onere di approfondimento enorme, e perche’, nel mondo dei motori di ricerca e dei social media, la notizia falsa puo’ essere collocata ai primi posti tra le news che appaiono sullo schermo apparendo come l’unica informazione rilevante”.
“A questo punto siamo di fronte a un bivio: ritenere che viviamo nel migliore dei mondi possibili e quindi lasciare Internet come uno spazio sostanzialmente senza regole, oppure estendere a Internet la logica dello Stato di diritto sottoponendolo a regole di garanzia delle nostre liberta'”, osserva Pitruzzella, tornando a proporre l’introduzione di “istituzioni specializzate, terze e indipendenti che, sulla base di principi predefiniti, intervengano successivamente, su richiesta di parte e in tempi rapidi, per rimuovere dalla Rete quei contenuti che sono palesemente falsi o illegali o lesivi della dignita’ umana”. Il presidente dell’Antitrust invita quindi ad “approfondire le analisi e il dibattito, senza strumentalizzazioni legate alla politica contingente”.