“La condivisione di informazioni organizzate e classificate rappresenta una delle chiavi per il successo nel contrasto al crimine farmaceutico”. Parole di Domenico Di Giorgio, direttore dell’ufficio qualità dei prodotti dell’Aifa, espresse nell’ambito della conferenza nazionale organizzata dall’Agenzia del farmaco italiano a Roma all’interno del progetto europeo di cooperazione e intelligence Fakeshare; un progetto questo, cofinanziato dalla commissione Ue e coordinato dall’Aifa, che vede l’adesione di numerosi partner pubblici e privati.
Con l’intento di coordinare le attività di indagine nel settore della vendita illegale online, “Fakeshare ha consentito di creare un repertorio di best practices a disposizione dei soggetti che si dedicano alle attività di intelligence e contrasto della contraffazione nei diversi paesi europei”, aggiunge Di Giorgio. Svoltasi a margine del meeting del Working group of enforcement officers, nell’ambito del semestre di presidenza italiana del consiglio dell’Ue, la conferenza è stata dunque l’occasione sia per presentare i primi riscontri del progetto – come l’interfaccia pubblica del sito fakeshare.eu, che sarà operativo entro fine ottobre, congiuntamente alla sezione riservata agli operatori e agli strumenti di comunicazione predisposti – sia per tratteggiare il progetto Fakeshare II, avviato lo scorso mese con l’intento di allestire una banca dati europea contenente le informazioni sugli episodi di furto registrati negli stati membri. Inutile negarlo: ormai internet e la sfera sanitaria interagiscono sempre di più. Un’ulteriore conferma arriva dalla ricerca Ipsos condotta su un campione di mille persone e presentata nel corso dell’evento “Consumeeting” andato in scena a Roma.
Dall’indagine è emerso che la rete è sempre più utilizzata per la ricerca di informazioni sanitarie (dal 45,1% del 2011 al 49,6%), soprattutto tra le donne. Ancora residuale, invece, la quota di coloro che effettuano acquisti di farmaci online (11%): il motivo di questa reticenza è legato principalmente alla sicurezza. Percentuali alla mano, infatti, l’89% degli interpellati ha dichiarato di non aver mai fatto acquisti su internet, il 9% di averlo fatto raramente e il 2% di farlo spesso. Ma quali sono, realmente, le ragioni che spingono i cittadini ad evitare l’acquisto online? Il 44% del campione considerato teme contraffazioni, il 34% valuta più sicuro l’acquisto in farmacia, il 15% lo ritiene più comodo mentre il 7% ritiene eccessivi i costi di spedizione dei prodotti. Di contro, i motivi di acquisto di farmaci su internet sono rappresentati soprattutto dai costi inferiori (61%), dalla carenza di disponibilità del farmaco (25%) e da questioni legate alla privacy (9%).