“Innovazione evolutiva”. E’ questa la ricetta che consentirà alle aziende italiane di uscire dall’emergenza coronavirus, di superare la crisi innescata dal lockdown e di tornare a veleggiare in acque più sicure. Un neologismo che mette insieme il meglio della tecnologia con l’idea di dare all’innovazione un obiettivo preciso, organizzato per step e pensato per adattare le soluzioni ai singoli casi. A lanciare l’idea è Sano Musab Hijazi, 38 anni, startupper e appassionato di innovazione, founder di “It’s Prodigy”. Una carriera, la sua, che lo vede nascere come consulente in ambito tecnologico, innovativo e manageriale, sempre con l’innovazione come stella polare, che con It’s Prodigy è impegnato a prototipare nuove idee e a importare in Italia i migliori progetti che arrivano dai mercati più evoluti e dinamici.
Proprio da questa esperienza nasce l’idea di dare vita – come spiega in questa intervista a CorCom – a un modello di business scalabile, che con la “fase 2” non punta su un mercato specifico, ma sulla platea più ampia del mondo produttivo, dalle piccole e medie imprese alle realtà enterprise. Per fornire loro una consulenza a 360 gradi che le aiuti a superare le difficoltà seguendo un percorso di innovazione “tailor made”.
Il Paese è ormai focalizzato sulla “fase 2”. Dopo il lockdown le aziende hanno bisogno di far ripartire i motori o di mandarli di nuovo a pieno ritmo. Qual è la strategia di It’s Prodigy per aiutarle?
Tutti ripetono continuamente che“serve liquidità”, ma con ogni probabilità questo non basta: per ripartire è altrettanto importante poter contare su un piano aziendale e finanziario che definisca gli step della ripresa. La situazione drammatica in cui ci troviamo ha dimostrato che l’innovazione e la tecnologia digitale sono strumenti validissimi per affrontare crisi catastrofiche come quella causata dal Covid-19. Il nostro obiettivo è di unire innovazione e tecnologia, offrendo soluzioni a 360°, dalle idee digitali e di marketing innovative alla consulenza manageriale, con pacchetti dedicati e sostenibili in grado di adattarsi alle esigenze specifiche delle aziende. Perché sono convinto del fatto che in prospettiva ce la faranno le aziende che riusciranno il prima possibile ad attuare quella trasformazione digitale e innovativa che è ormai parte integrante dei modelli di business più avanzati ed efficaci.
A chi si rivolge principalmente la vostra offerta?
Il nostro raggio d’azione è ampio, andiamo dalle micro imprese alle corporate, ovviamente con soluzioni dedicate per la ripartenza a seconda dei casi. Per le ditte individuali, le microimprese e le Pmi che hanno subito un blocco parziale o totale delle attività abbiamo disegnato soluzioni veloci e agili. Grazie alle partnership con diversi istituti di credito possiamo inoltre semplificare le procedure per l’erogazione di liquidità previste dal governo nelle misure di sostegno alle imprese. Quanto alle aziende medio-grandi, abbiamo messo a punto anche una serie di servizi per introdurre innovazione nei processi aziendali. L’attenzione dovrà puntare sul rimanere stabili e scalabili in situazioni di difficoltà gestendo al meglio momenti “critici”.
Ci fa qualche qualche esempio?
Potremmo iniziare ad esempio dalla presenza online con marketing e seo, per consentire alle piccole realtà di essere prime nel posizionamento sui motori di ricercae ripartire da una posizione di vantaggio rispetto ai concorrenti. Ma abbiamo anche una soluzione di vendita digitale dedicata agli artigiani e produttori che vogliono velocemente aumentare le vendite tramite canali online come Amazon, eBay e Aliexpress. Abbiamo poi pensato allo scale-up per le imprese che vogliono coprire il mercato estero o aumentare il proprio mercato nazionale migliorando il proprio brand e e la propria presenza sul mercato. Con InnovationMe mettiamo inoltre a disposizione dei nostri clienti una serie di soluzioni e servizi dedicati all’industria 4.0, sopratutto in ambito big data e intelligenza artificiale, che offrono l’opportunità di automatizzare i processi aziendali e abbattere i costi interni. E non trascurerei il sevizio di formazione attiva. Gli impatti del coronavirus hanno colpito duramente l’operatività aziendale: in questo momento si vede leggermente meno a causa del lockdown, ma questo problema sarà evidente con il ritorno alla normalità. Il nostro obiettivo è di affiancare le aziende nel creare processi funzionali che permettano il ritorno a un flusso operativo di qualità, riducendo al minimo lo stress.
Qual è il vantaggio principale di poter contare su un unico partner con cui mettere a punto tutti gli aspetti della “ripartenza”?
Di solito le aziende vendono il prodotto o la tecnologia e al massimo supportano con piani dilazionati di pagamento. Noi invece vogliamo essere un partner disposto a investire nella crescita, e quindi ad affiancare i nostri clienti in tutti gli step, mettendo a disposizione la professionalità e tutti i servizi del nostro network di partners: finanziari, di business administration, tecnologici e di marketing. Non vendiamo un sito, una piattaforma, un servizio o una licenza, ma prendiamo per mano i nostri clienti e li aiutiamo a rialzarsi su una base forte. Lo facciamo creando un piano di crescita, grazie a una ricerca capillare di bandi a fondo perduto, e supportando le aziende nell’accesso al credito con un piano di ritorno economico applicato a piattaforme innovative. Sceglierci come partner è quindi un’agevolazione per chi vuole attuare un piano di liquidità e avere una strategia strutturata a 360 gradi. Per riuscirci abbiamo fatto un grande lavoro, consolidando la nostra rete di partner nazionali e internazionali per offrire la più ampia gamma possibile di soluzioni.
Da una parte c’è l’aiuto all’accesso ai finanziamenti, e dall’altro c’è il marketing, declinato anche con soluzioni innovative. Che peso hanno questi due fattori nella strategia di uscita da un momento grave di crisi generalizzata?
Se dovesse mettere in fila i punti principali che una piccola o media azienda dovrebbe prendere in considerazione per uscire dal momento di difficoltà, quali evidenzierebbe? Che ruolo può avere il digitale in questa roadmap?
Dipende dal settore e grandezza dell’azienda. Credo che comunque si possa pensare a questi step: definizione di un piano di ripartenza, accesso al credito per ripartire, definizione di un piano di chiusura del finanziamento, altrimenti diventa debito, utilizzo di soluzioni di marketing, introduzione dell’innovazione nel proprio modello di business e nei processi operativi aziendali. Il finanziamento infatti, anche se garantito dallo Stato, è pur sempre un debito che va chiuso. Per uscire più forti dalla difficoltà c’è bisogno di “innovazione evolutiva”, quindi di chiudere il debito sfruttando al massimo le leve dell’innovazione, utilizzando questa occasione per cambiare e migliorare il proprio modello di business”.
Quali scenari considera più promettenti per il futuro della sua azienda, e su cosa sta puntando guardando al medio-lungo periodo?
Ho fondato la mia startup con l’obiettivo di essere all’avanguardia e portare sul mercato soluzioni innovative di ultima generazione non presenti sul mercato. Questa iniziativa credo che cambierà il modello di business di molti service provider, perché è unica nel suo genere. Ho differenti progetti che spero di portare entro l’anno, due in particolare sono molto importanti. Sto dialogando con differenti venture capital per portare in Italia investitori che possano investire nelle aziende nostre clienti per fare un ripartenza velocissima e con un piano internazionale. Vogliamo lanciare una piattaforma di b2b con distribuzione della domanda-offerta in maniera equa e non basata su chi paga di più la campagna di marketing, che sicuramente sarà un punto di riferimento per tutti i professionisti che oggi sono in serie difficoltà.