«Dare un volto digitale alle Pmi». In questa frase è racchiusa la sfida del digitale e la grande occasione di innovazione e crescita per tutto il sistema Italia. Sì, perché dai dati del ministero dello Sviluppo economico il “rinascimento” produttivo del nostro Paese può essere trainato dalle medie, piccole e microimprese: una delle chiavi di volta del Made in Italy, contribuendo per oltre 1/5 al valore aggiunto prodotto in Europa dalle imprese della manifattura fino a 50 addetti. Siamo il secondo paese in Europa, dopo la Germania, per numero di aziende che negli ultimi tre anni hanno introdotto innovazioni di processo o di prodotto, innalzando il loro livello qualitativo. E più dell’80% di queste aziende ha meno di 50 addetti: segno che, se un ostacolo alla capacità di innovare esiste, non sta nelle dimensioni delle nostre Pmi.
Questi dati, determinati dai comportamenti virtuosi di quelle imprese che malgrado la crisi si sono internazionalizzate, hanno rafforzato le filiere produttive, hanno innovato prodotti e generato brevetti, disegnano la grande opportunità che il digitale può offrire: quelle che non ce l’hanno fatta a sopravvivere alla crisi nella maggioranza dei casi sono imprese che non avevano neanche un sito internet, di contro le Pmi che adottano il digitale creano due volte più posti di lavoro, incrementano il fatturato, sono più propense ad investire nelle nuove tecnologie come leva competitiva. Il “che fare” è già indicato dalle best practice ed anche di questo parleremo in Expo il 2 luglio: occorre immettere la linfa dell’innovazione in un universo più ampio.
Grazie al digitale le imprese possono crescere in tutti gli indicatori: con l’e-commerce, vendere di più e internazionalizzarsi, con IoT creare nuovi prodotti e scoprire nuove funzioni d’uso di quelli esistenti, con gli Erp gestire meglio i processi, con il Crm relazionarsi meglio con i clienti e presidiare i social media, con il mobile sviluppare nuovi servizi B2B, con la multicanalità estendere la presenza online e il contatto con gli utenti. Occorre l’impegno di istituzioni, imprese, associazioni per colmare gap informativi che limitano l’accesso a strumenti e misure esistenti, servono strumenti specifici di supporto all’innovazione delle Pmi e, soprattutto una nuova cultura in azienda: cultura digitale strettamente connessa con imprenditorialità e innovazione.