Il colosso statunitense dei servizi finanziari Fidelity Investments è pronto a scommettere sul mercato europeo delle criptovalute: la multinazionale, tramite la sua divisione fintech Fidelity Digital Assets, ha lanciato la sua prima offerta in Europa per sposare investimenti istituzionali e valuta digitale. Fidelity Digital Assets agirà come custode per i Bitcoin di Nickel Digital Asset Management, società londinese di investimento in criptovalute. Lo hanno comunicato le due società finanziarie.
Le partner sottolineano che proprio la mancanza di servizi di back-office come la custodia offerti dai maggiori player del mercato finanziario è uno dei motivi che tiene i grandi investitori lontano dalle operazioni effettuate con gli asset emergenti, molto volatili ma potenzialmente molto redditizi. Resta da vedere, commentano gli analisti di settore, se l’intervento di gruppi del calibro di Fidelity (che ha in gestione fondi per 7,8 trilioni di dollari) riuscirà a far fluire denaro dagli investitori istituzionali verso le criptovalute.
Le scetticismo dei grandi investitori
Lo scrutinio dei regolatori e gli altolà dei governi, preoccupati che gli strumenti finanziari digitali siano usati per speculazioni o frodi e decisi a porre severi paletti allo sviluppo del mercato delle criptovalute, hanno fortemente impattato lo sviluppo e la valutazione delle monete virtuali, a partire dal Bitcoin. Incerti su regulation e timorosi per possibili illeciti o attacchi hacker, molti dei grandi fondi pensione e dei gestori di asset si tengono alla larga dalle criptomonete. Lo stesso approccio ha rallentando i tempi e scoraggiato gli investitori del progetto Libra, l’iniziativa di Facebook nel mondo delle criptovalute.
Il Bitcoin può permettere enormi ritorni ma le quotazioni sono estremamente fluttuanti. A novembre la criptovaluta più scambiata sui mercati mondiali è scivolata del 9% nelle contrattazioni di oggi, fino a circa 6.900 dollari, il valore più basso da maggio, dopo l’annuncio di una stretta regolatoria in Cina; all’inizio di questo mese, invece, le tensioni tra Iran e Usa l’hanno portata sopra gli 8mila dollari.
Nel 2018 il Bitcoin ha bruciato oltre il 70% del suo valore, crollando dal massimo di 19.500 dollari di fine 2017 ai minimi di dicembre 2018 (3.100 dollari). Nel frattempo banche e regolatori hanno acceso un faro sulla moneta virtuale, il suo impatto sui mercati finanziari e il potenziale sfruttamento per attività illecite.
“Problematiche in via di risoluzione”
Il capo europeo di Fidelity Digital Assets, Chris Tyrer, è tuttavia convinto che pian piano stanno rimuovendosi gli ostacoli che finora hanno frenato la partecipazione degli investitori istituzionali ai mercati delle criptovalute e che sono rappresentati, principamente, da regulation, qualità dei fornitori del servizio e estrema volatilità. “Secondo noi questi tre fattori si stanno lentamente risolvendo e di conseguenza osserviamo un aumento dell’interesse da parte degli investitori istituzionali”, ha dichiarato Tyrer a Reuters, aggiungendo che una normativa armonizzata all’interno dell’Unione europea favorirebbe ulteriormente il mercato.
Fidelity Digital Assets, lanciata nel 2018, offre scambi in criptovalute e servizi di custodia per società finanziarie e aziende. Tyrer ha spiegato che il ramo fintech di Fidelity sta suscitando l’interesse di family office, società di gestione patrimoniale e alcune aziende delle criptomonete.