“Ancora oggi in sanità la comunicazione risulta spesso complessa e arcaica. È indispensabile, invece, ricorrere all’uso di strumenti moderni e facilmente consultabili. Perché le nuove tecnologie rappresentano un’opportunità e non un impedimento”. Parole di Pier Luigi Bartoletti, segretario generale della Federazione italiana medici di famiglia del Lazio, che rimandano alla recente novità della Fimmg di Roma: un’applicazione disponibile per Android (scaricabile dal portale romacureprimarie.net) che permette di individuare sia l’ambulatorio di cure primarie aperto nei giorni festivi e nei weekend più vicino a casa propria – oppure alla propria posizione nella città in un dato momento – sia i medici in servizio e gli esami che è possibile effettuare. Il tutto in modo completamente gratuito.
Attraverso la localizzazione Gps, infatti, l’app consente di consultare una mappa interattiva che riporta la posizione di tutti gli ambulatori; si tratta di una rete voluta dalla regione Lazio in cui lavorano oltre 500 medici a disposizione dei cittadini che, dalle 10 alle 19, possono accedere a una qualsiasi delle strutture a prescindere dalla Asl di appartenenza. Strutture come quella appena entrata in funzione in via Portuense (è il tredicesimo dei 18 ambulatori previsti nella prima fase del progetto, così come stabilito dall’accordo con le rappresentanze del medici di medicina generale), a cui – spiega la regione Lazio in una nota – “ci si può rivolgere in caso di malanni lievi, in particolare per patologie correlate all’influenza, flogosi delle vie respiratorie, febbre fino a 38°C senza complicanze, ma anche rialzo pressorio asintomatico, ansia, crisi di panico, problemi dermatologici, punture d’insetto, ustioni di primo grado di estensione limitata, ferite superficiali”.
Punto di agevolazione del servizio è proprio l’app, “che abbiamo ideato e reso fruibile nell’arco di 48 ore. Perché la necessità fa virtù”, precisa Bartoletti. Nuovi strumenti, questi, che però non possono mai prescindere dal rispetto della privacy e dalla sicurezza dei pazienti. Da Roma a Bruxelles. È quanto emerge, infatti, dagli esiti della consultazione pubblica condotta dalla commissione Ue: in base alle risposte di circa duecento partecipanti alla consultazione sulle applicazioni sanitarie mobili (“mHealth”), la protezione dei dati personali emerge come preoccupazione basilare. Si richiedono quindi misure che assicurano la riservatezza dei dati e costruiscono la fiducia degli utenti, oltre a strumenti come la crittografia dei dati e il rafforzamento delle misure di protezione già esistenti, congiuntamente a un sistema di certificazione per aumentare la sicurezza del paziente e la trasparenza delle informazioni di carattere medico.