L’INIZIATIVA

Fincantieri punta al tech “dual use”: via alla innovation antenna di San Francisco



Indirizzo copiato

La struttura aprirà nel centro per l’innovazione di Mind The Bridge, e avrà l’obiettivo di intercettare i trend tecnologici sviluppabili sia per scopi civili sia militari.  L’Ad Pierroberto Folgiero: “Facciamo evolvere la nostra offerta anticipando i bisogni di entrambi i settori”

Pubblicato il 25 ott 2024



customer care, assistenza clienti, digitale, competenze, skills

Consolidare il posizionamento di Fincantieri all’interno dell’ecosistema tecnologico più avanzato al mondo, esplorando nuovi trend e sviluppando soluzioni innovative per le tecnologie dual-use, applicabili sia in settori civili sia militari. E’ questo l’obiettivo che ha spinto l’azienda specializzata nella costruzione di navi militari ad alta intensità tecnologica ad aprire una propria “Innovation Antenna” presso il Mind the Bridge Innovation Center di San Francisco, in California. Al centro dell’attenzione ci saranno soprattutto le tecnologie in cui la convergenza tra applicazioni per l’ambito militare e per quello civile è più “naturale”, come l’intelligenza artificiale, la cybersecurity, l’automazione e la robotica.

Con l’apertura dell’Innovation Antenna Fincantieri compie un nuovo passo in direzione dell’open innovation, spiega l’azienda, con la prospettiva di “creare un ecosistema in cui innovazione e collaborazione possano prosperare, accelerando l’adozione delle soluzioni dual-use e sostenendo la transizione digitale ed energetica”.

Il report sulle dual-use technologies

Nell’occasionedell’annuncio del punto di presenza a San Francisco Fincantieri ha anche presentato lo studio realizzato in collaborazione con Mind the Bridge e Crunchbase, “Dual-use technologies: going beyond the dual-use divide”. Dallo studio – realizzato prendendo in considerazione una platea di oltre 60mila startup con sede nei 47 Paesi Nato e in quelli alleati – emerge che una su quattro è impegnata a sviluppare tecnologie dual-use: 170 sono già attive nel campo militare e 715, nate con l’obiettivo di presidiare il ”civile”, si sono indirizzate anche verso la difesa. A oggi, secondo il report, soltanto il 5% delle startup dual-use ha già implementato tecnologie anche per il settore difesa, anche se in Paesi come Israele, i tassi di conversione da civile a militare superano il 60%: numeri che evidenziano come una gran parte del potenziale di business delle tecnologie dual-use sia ancora inespresso in molte regioni.

La Difesa tra tradizione e innovazione

“L’industria della difesa è profondamente radicata nel nostro Dna, Fincantieri è un laboratorio di innovazione nell’industria pesante, uno dei pochi rimasti in Italia – sottolinea Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri – Siamo riusciti a mantenere una leadership mondiale grazie alla nostra capacità di integrare tecnologie complesse, che spaziano dalle navi da crociera alle unità militari. La difesa è per noi non solo una tradizione, ma un’area di innovazione continua: attraverso lo sviluppo di tecnologie dual-use, riusciamo a creare soluzioni che rispondono sia alle sfide civili che militari. Questo ci permette di anticipare i bisogni di entrambi i settori e di far evolvere la nostra offerta. In un contesto geopolitico incerto, la capacità di navigare tra questi due mondi diventa una risorsa strategica per l’industria e per il Paese“.

Il venture capital e le startup Defence Tech

“Dopo il 2021 – aggiunge Alberto Onetti, chairman di Mind the Bridge – abbiamo assistito a un cambiamento radicale nel modo in cui il mondo dei venture capital guarda alle startup del settore Defence Tech. Se fino a qualche anno fa gli investimenti erano limitati, oggi stiamo osservando un vero e proprio boom, con miliardi di dollari mobilitati ogni anno, sostenuti da programmi come quelli Nato e investitori di primo piano come Andreessen Horowitz, General Catalyst e Y Combinator”.

Articoli correlati

Articolo 1 di 5