La tecnologia di Finmeccanica a supporto della Difesa italiana. La
controllata Selex Sistemi Integrati ha firmato un contratto con la
direzione Direzione Generale Armamenti Terrestri del ministero
Difesa del valore totale di 238 milioni di euro per dotare le Forze
Armate Italiane di un sistema digitalizzato denominato Forza Nec
(Network Enabled Capability). Il contratto, che avrà la durata di
cinque anni, è stato siglato da Selex in qualità di fornitore
principale, di integratore del sistema e di azienda di riferimento
per la definizione dell'architettura complessiva del
sistema.
“Il programma Forza Nec – si legge in una nota di Finmeccanica –
ha lo scopo di ammodernare le Forze Armate, impiegando tecnologie
che consentiranno il massimo scambio di informazioni operative,
tattiche e logistiche da ogni veicolo dispiegato e da ogni singolo
uomo dislocato sul terreno”. L’accordo prevede anche la
partecipazione di altre società di Finmeccanica come Selex
Communications, Selex Galileo, Elsag Datamat, Oto Melara,
AgustaWestland, Mbda Italia. Del gruppo industriale fanno inoltre
parte le società Elettronica, Iveco, Engineering Ingegneria
Informatica, il Consorzio Iveco-Oto Melara e il Raggruppamento
Temporaneo d'Impresa Soldato Futuro.
Intanto continua la polemica in merito all'inchiesta
sui presunti fondi neri che vede coinvolta Finmeccanica. Oggi, in
occasione dell'asseblea dell'Amma a Torino il dg Giorgio
Zappa è rifiuato di rispondere ai giornalisti, ma ha ricordato che
la società sta investendo "in Piemonte, in Italia e
all'estero". "Abbiamo successo internazionale,
abbiamo affidabilità e credibilità e siamo cresciuti anche in
situazioni di crisi – ha precisato Zappa -. Questa è Finmeccanica,
niente di più e niente di diverso".
Ieri la società ha smentito le dichiarazioni, riportate sui
quotidiani di oggi, che l'ex senatore Pdl, Nicola Di Girolamo,
avrebbe fatto davanti ai magistrati e secondo cui l'Ad di
Finmeccanica, Francesco Guarguaglini, avrebbe conosciuto Gennaro
Mokbel, l'imprenditore arrestato nell'ambito
dell'inchiesta sul riciclaggio in cui è coinvolta anche
Fastweb. “Pier Francesco Guarguaglini non ha mai incontrato né
conosciuto il signor Mokbel – precisa la società -. Sono pertanto
destituite di ogni fondamento le ricostruzioni giornalistiche
basate su questo fatto".
Due sarebbero le operazioni raccontate da Di Girolamo che tirano in
ballo il numero uno di Finmeccanica e l’imprenditore romano:
l'investimento di sette milioni e mezzo, fatto nel 2007, dal
gruppo di Gennaro Mokbel per acquisire la Digint (società
partecipata al 49% da Finmeccanica) e l'apertura di
un'agenzia a Singapore. Su entrambe le operazioni, secondo
l'ex parlamentare Pdl, i vertici di Finmeccanica erano
consapevoli di quello che stava accadendo.
“Credo che Guarguaglini fosse a conoscenza dell'affare
Digint”, avrebbe rivelato l'ex senatore agli inquirenti.
Anche il suo difensore, Carlo Taormina, ha confermato che
dall'interrogatorio "sono emersi elementi rilevanti a
carico di Finmeccanica e del suo presidente".