Il fintech in Italia nel 2020 disegna uno scenario a luci e ombre, in cui l’Italia sconta ancora dei ritardi importanti ma dimostra anche n certo dinamismo, spinta anche dalle nuove opportunità che il digitale apre in un contesto che oggi è contrassegnato soprattutto dall’emergenza coronavirus. E’ quanto emerge dalla terza edizione del report Fintech 2020 in Italia realizzato daPwc, che ha preso in considerazione 364 aziende, di cui 278 FinTech attive nei settori dei pagamenti, del capital market & trading e del wealth & asset management, e 86 TechFin, player di interesse nell’area dei Tech Enabler e della cybersecurity.
I numeri
Secondo la ricerca il fintech italiano è in ritardo, ma si muove coerentemente ai trend globali con un’elevata dinamicità mostrando uno scenario positivo e promettente e chiudendo progressivamente il gap con lo scenario globale. Superata ormai la prima fase, quella della disrtuption, siamo oggi nel pieno della seconda fase, quella della discussione, anche grazie all’entrata in vigore del Psd2, da cui nascono le basi per l’evoluzione successiva, quella delle partnership, che potrebbe godere di una forte accelerazione proprio a causa dell’emergenza Covd-19.
Il quadro delineato da Pwc vede in Italia 278,49 Fintech in più rispetto all’edizione precedente della ricerca, di cui 18 le nuove aziende nate nel corso dell’ultimo anno. Aumentano anche i segmenti di business per esempio con l’ingresso del segmento del Real Estate (sia piattaforme dedicate in area Lending che nell’Equity Crowdfunding), di soluzioni di investimento in criptovalute e di trading specializzato per gli NPL.
Di pari passo cresce anche il fatturato, che nel 2018 ha raggiunto i 373 milioni di Euro, con una crescita del 40% sull’anno precedente. Il trend evidenzia anche un aumento delle scaleup, le società cioè che hanno almeno un milione di euro di fatturato, che passano dalle 28 del 2019 alle 37 del 2020.
Tra gli indicatori meno positivi ci sono invece gli investimenti nel settore fintech italiano, questione da cui dipende anche il posizionamento debole dell’Italia in questo compito sullo scenario internazionale, che nel 2019 si sono ridotti dai 197 ai 154 milioni di euro, con una polarizzazione dei fondi su pochi deal di maggiore dimensione. Rimane stabile rispetto al 2018 l’Ebitda aggregato del settore, che si attesta sul 2%, dovuto soprattuttoalla giovane età delle aziende e ai segmenti di attività.
L’impatto dell’emergenza coronavirus
Le conseguenze negative del diffondersi dell’allarme Covid-19 non mancano, e tra queste le preoccupazioni più grandi riguardano gli investimenti del Venture Capital, che probabilmente porteranno ad una situazione di accentuazione del trend di minore attenzione verso le nuove startup (seed), con un numero di chiusure maggiore di player in fase di sviluppo. Si prevede un effetto negativo anche per il volume delle transazioni, che potrebbe portare a una diminuzione dei profitti e degli investimenti nel comparto.
Ma ci sono anche segnali che portano all’ottimismo, grazie alla “sperimentazione forzata di un nuovo modo di collaborare a distanza attraverso soluzioni digitali. Questo non sta avvenendo solo per lo smart working o il distance learning – si legge in una nota – ma anche per le relazioni fra Banche, Assicurazioni e clienti. Stanno emergendo per molte realtà (incluse banche e assicurazioni), criticità sulla resilienza delle infrastrutture, sulla qualità e quantità di strumenti che permettano smart working, sulla efficienza dei servizi online, sulla sicurezza”. Una situazione che porterà a un significativo aumento nell’utilizzo e apprezzamento dei servizi digitali finanziari da parte di tutta la clientela, spiega Pwc, senza parlare della probabile crescita esponenziale della domanda di credito, soprattutto delle Pmi, che sempre più spesso trova risposta nel mondo del FinTech a scapito dell’offerta tradizionale.
“Mai come ora – afferma Roberto Lorini, fintech leader di Pwc Italia – il contributo delle aziende FinTech in termini di accelerazione dell’innovazione digitale alle aziende finanziarie tradizionali, può diventare un elemento strategico per un’innovazione volta a rispondere alle nuove esigenze della clientela”.
La prospettiva più probabile, conclude Pwc, è quella di un consolidamento del settore in alcuni ambiti (l’area del lending, la customer experience, soluzioni di onboarding e KYC, la cybersecurity, le soluzioni di Intelligenza Artificiale e di Advanced Analytics, le interfacce conversazionali, la Blockchain), mentre avranno sempre più rilevanza le piattaforme di integrazione di servizi in grado di coinvolgere più player, tradizionali e non.