TURISMO

Firenze “lab” della sharing economy, Airbnb pagherà la tassa di soggiorno

Protocollo di intesa tra il Comune e la società di affitto online: il turista pagherà l’imposta al momento della prenotazione. Palazzo Vecchio stima di incassare 10 milioni in più. Nardella: “Regole chiare per tutti gli operatori del settore”

Pubblicato il 27 Gen 2016

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Airbnb pagherà la tassa di soggiorno a Firenze. Lo prevede il protocollo d’Intesa fra il Comune di Firenze e la società con l’obiettivo di promuovere il turismo sostenibile della città. L’accordo stabilisce l’attivazione di un processo semplice di riscossione automatica delle tasse turistiche da parte di Airbnb per conto della community. Allo stesso tempo, Airbnb informerà gli host della vigente tassazione e renderà le linee guida ufficiali del Comune più accessibili a tutti.

“Il Comune di Firenze ha dimostrato di comprendere appieno il valore della sharing economy e l’unicità dell’esperienza offerta dagli host locali – commenta Matteo Stifanelli, Country Manager di Airbnb Italia – ed è per questo che l’accordo di oggi per semplificare e rendere più trasparente la tassa di soggiorno è stato per noi un passo naturale. Ma è soltanto l’inizio di una collaborazione che ci vedrà presto impegnati a sostegno della città anche su temi fondamentali come la decentralizzazione e la promozione di un turismo sostenibile. Vogliamo aiutare a far conoscere al mondo la vera Firenze, dare la possibilità affinché i viaggiatori possano apprezzare appieno l’incredibile ospitalità dei fiorentini, sentendosi a casa”.

Per il sindaco di Firenze Dario Nardella ha affermato: “Questo accordo è un passo in avanti molto concreto e assolutamente innovativo – ha detto Nardella – È l’esperienza più avanzata in Italia tra una città ed Airbnb, il colosso della sharing economy nel campo turistico per le locazioni online”.

“Finalmente abbiamo degli strumenti che da un lato ci consentono di prevedere entrate maggiori grazie all’imposta di soggiorno che pagheranno anche questi soggetti e dall’altro di avere un osservatorio molto articolato sulla città, visto che si parla di 7.500 operatori. Un accordo – conclude Nardella – che tiene conto della sostenibilità, del turismo della nostra città e della sfida della legalità affinché tutti i soggetti che operano in questo settore abbiano regole chiare”.

Nel 2015, grazie alla tassa di soggiorno, Palazzo Vecchio ha incassato la bellezza di 28 milioni di euro, addirittura un milione in più rispetto al previsto. Cifra che, presto, potrebbe salire a 38 milioni se l’evasione stimata fosse recuperata grazie a questo accordo.

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