Huawei finisce nel mirino delle autorità fiscali indiane, che hanno disposto una serie di perquisizioni negli uffici della società cinese di Nuova Delhi, Bangalore e Gurugram. A riportare la notizia sono i principali mezzi di informazione indiani e internazionali, che sottolineano come l’operazione faccia parte di un’indagine che mira ad accertare eventuali irregolarità o evasioni. All’interno delle sedi di Huawei le autorità fiscali avrebbero chiesto di poter consultare tra le altre cose documenti finanziari e libri contabili.
A stretto giro è arrivata in uno statement la replica dell’azienda: “Siamo stati informati della visita delle autorità fiscali nei nostri uffici e dei loro colloqui con il nostro personale – recita la nota – Confidiamo nel fatto che è le nostre operazioni in India siano rispettose di tutte le leggi e le normative in vigore. Chiederemo maggiori informazioni agli uffici competenti dell’amministrazione governativa e coopereremo pienamente”.
Quella nei confronti di Huawei non è la prima indagine che le autorità indiane hanno aperto nei confronti di una grande azienda cinese: qualche settimana fa la stessa sorte era toccata a Xiaomi, accusata di evasione fiscale, con una multa di 88 milioni di dollari, sulla quale sarebbero ora in corso negoziazioni.
Recentemente le autorità indiane avevano anche vietato l’utilizzo ne Paese di 54 App riconducibili ad aziende cinesi, alcune delle quali della galassia di Tencent, Alibaba e NetEase.
L’India era stato individuato da Huawei come un possibile mercato per l’espansione delle proprie tecnologie 5G, dopo il ban che era arrivato dagli Stati Uniti. Ma anche Nuova Delhi, lo scorso anno, ha deciso di escludere le società cinesi, nello specifico proprio Huawei e Zte, dalle sperimentazioni sul nuovo standard mobile nel Paese.