La politica di coesione europea dovrebbe guardare a “una connessione digitale” per le regioni, perché “se non colleghiamo i territori non saranno mai al centro”. Lo ha dichiarato il vice presidente esecutivo designato della Commissione europea a Coesione e riforme, Raffaele Fitto, nella sua audizione di conferma nella commissione Sviluppo regionale del Parlamento europeo (QUI IL VIDEO DELL’AUDIZIONE).
Rispondendo al rilievo di un europarlamentare socialista spagnolo che ha sottolineato come il governo Meloni avrebbe centralizzato la gestione dei fondi europei riducendo il ruolo di Regioni ed enti locali come intermediari, il commissario designato alla coesione Raffaele Fitto (che ha la responsabilità della coesione in Italia) ha indicato che “la riforma della coesione è stata approvata in Italia con il consenso della Commissione europea e dopo un confronto con Regioni e autonomie locali, con il parere favorevole dei sindaci e delle Regioni”. Regioni e autonomie locali “restano il perno centrale delle politiche di coesione” europee, che devono essere “fondate sui luoghi” e sulle loro necessità, ha affermato. Fitto ha aggiunto: “Creerò un meccanismo per agevolare alle regioni l’accesso ai fondi Ue”.
Coesione e digitale, Fitto in audizione al Parlamento Ue
Fitto è esponente di Fratelli d’Italia e del partito dei Conservatori e riformisti europei, ma al Parlamento europeo ha assicurato: “Ho sempre lavorato per una forte Europa, ho fatto un viaggio nella politica europea come europarlamentare e nella politica locale e nazionale e non sono qui per rappresentare un partito politico, uno stato membro, sono qui per affermare il mio impegno per l’Europa”.
“Qui stiamo assumendo degli impegni che sono verificabili nel corso dei prossimi 5 anni, non siamo in un colloquio riservato. Il mio ruolo sarà di assoluta indipendenza e di equidistanza con tutti i 27 Stati membri”, ha proseguito Fitto. “So bene quello che comporta l’impegno di commissario europeo. Conosco e ho letto bene gli articoli dei Trattati che lo riguardano. So bene e conosco bene il Codice di condotta su cui i commissari si impegnano. E io posso assicurare che, per quanto mi riguarda, la serietà nel mantenere gli impegni è garantita”.
Il vice presidente esecutivo designato della Commissione europea ha detto ancora: “La presidente della Commissione von der Leyen ha richiamato l’esigenza della collegialità delle decisioni della Commissione europea. E io qui ufficialmente prendo atto di questo e dico che sono d’accordo nell’interpretare questo messaggio della presidente von der Leyen sul fronte della collegialità della condivisione delle scelte della Commissione”.
L’impegno su digitale, clima e Pnrr
Nelle sue osservazioni introduttive, Fitto ha dichiarato la sua intenzione di rispondere alle sfide demografiche e di offrire opportunità a tutti, in particolare ai giovani, affinché possano rimanere e prosperare nelle loro regioni d’origine. Si è impegnato a utilizzare il cosiddetto “approccio basato sul territorio” per rispondere meglio alle esigenze locali e collaborare più strettamente con le autorità locali.
Riferendosi all’attuazione dei Pnrr, “Lavorerò con il commissario all’Economia per consentire agli stati membri di realizzare le riforme e gli investimenti previsti entro il 2026“, ha detto ancora Fitto all’audizione al Parlamento europeo.
Fitto ha aggiunto che la politica di coesione, che copre un terzo del bilancio dell’Ue, “deve rispondere alle grandi domande come la crisi demografica e il cambiamento climatico, la digitalizzazione, la semplificazione, che può rappresentare una grande novità”.
Sul Pnrr italiano “mi rifaccio a quanto indicato da Valdis Dombrovskis in Parlamento”, ha detto Fitto riferendosi al prossimo commissario all’Economia, “e cioè che quello italiano è uno dei Pnrr che sta procedendo positivamente, attualmente siamo al 48%” della realizzazione.
Quanto all’astensione sul Recovery Fund in Parlamento, Fitto ha detto che “in quel momento avevamo dubbi sull’attuazione e su alcuni aspetti legati a questioni che non erano ancora chiare, e infatti non abbiamo votato contro. Basandomi sul lavoro come ministro per il Pnrr in Italia, direi che l’esperienza è stata positiva. Se dovessi votare domani, voterei a favore”.
Un ruolo forte per gli enti locali
Rispondendo alle domande dei deputati sul futuro della politica di coesione, Fitto ha affermato che deve essere semplificata e resa più flessibile e che gli oneri amministrativi devono essere ridotti. Per la prima volta la Commissione dispone di un portafoglio dedicato alla semplificazione, ha aggiunto. Tuttavia, la semplificazione non può significare una riduzione della trasparenza o del controllo democratico, ha sostenuto Fitto che ha anche sottolineato l’importante lavoro svolto dalla Procura europea (Eppo) e dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) per garantire che i fondi dell’Ue siano spesi come previsto.
Parlando del futuro della politica di coesione, i deputati hanno chiesto a Fitto se la semplificazione significherebbe centralizzazione. Hanno chiesto se difenderà la “politica di coesione così come la conosciamo”, in cui i cittadini e le regioni hanno un ruolo forte. Fitto si è impegnato a promuovere soluzioni che sfruttino le conoscenze specialistiche degli attori locali e siano sufficientemente flessibili da soddisfare le diverse esigenze locali. Allo stesso tempo, vuole sviluppare approcci mirati alla politica industriale locale e sfruttare il potenziale del turismo.
In risposta alle domande sugli sforzi volti a rafforzare le regioni rurali colpite dallo spopolamento e dalla fuga di cervelli, Fitto sottolinea l’importanza di garantire un’occupazione di alta qualità, la capacità amministrativa locale, le infrastrutture, anche digitali, e i servizi pubblici in ogni regione. Si è inoltre impegnato a sostenere lo sviluppo dei talenti e le opportunità di lavoro e ad accelerare l’attuazione del Fondo per una transizione giusta.
Fitto si è impegnato a rispettare lo Stato di diritto quale principio fondamentale dell’Ue e ha affermato di aver già contribuito al dialogo dell’Ue sullo Stato di diritto nel suo precedente ruolo di ministro degli Affari europei.
Le prossime tappe
Il presidente della commissione e i coordinatori dei gruppi politici si riuniranno dopo l’audizione per valutare le prestazioni e le qualifiche del commissario designato. Sulla base delle raccomandazioni delle commissioni, la Conferenza dei presidenti (la Presidente del Pe Metsola e i presidenti dei gruppi politici) effettuerà la valutazione finale e dichiarerà chiuse le audizioni il 21 novembre. Una volta che la Conferenza dei presidenti avrà dichiarato chiuse tutte le audizioni, le lettere di valutazione saranno pubblicate.
L’elezione da parte dei deputati al Parlamento europeo dell’intero collegio dei commissari (a maggioranza dei voti espressi, per appello nominale) è attualmente prevista durante la sessione plenaria del 25-28 novembre a Strasburgo.
Il voto sui vicepresidenti è slittato però alla prossima settimana.