“L’Italia non è il fanalino di coda dell’innovazione. È il momento di essere meno autocommiserativi e più dinamici: nel resto d’Europa in molti settori guardano a noi come esempi di innovazione: se non ce ne rendiamo conto, e non riconosciamo la centralità di progetti di ricerca e sviluppo e delle università, rischiamo di perdere treni importanti, rimanendo imprigionati in un luogo comune”. A parlare è Gregorio Fogliani, presidente di Qui! Italia Group, secondo gruppo nel campo dei buoni pasto, e primo player a capitale completamente italiano. Una società che proprio Fogliani fondò nel 1989, e che oggi conta su 1.300 dipendenti, con un’età media di 32 anni e il 70% di donne, oltre che su un fatturato di 610 milioni di euro. Il gruppo inizia a pensare all’internazionalizzazione, preparandosi a sbarcare sul mercato sudamericano.
Fogliani, siete nati con la vocazione all’innovazione. A che punto siamo in Italia?
Negli ultimi tempi mi pare ci sia a livello politico un’attenzione costante sull’innovazione: il Governo si sta muovendo. Basti guardare alla defiscalizzazione del buono pasto elettronico, portata da 5 euro e 90 centesimi a sette euro. Mi dispiace soltanto che non ci abbiano consultato prima di prendere la decisione: avremmo suggerimenti interessanti.
Ad esempio?
È inutile fare crociate contro la carta: è fondamentale almeno in una prima fase, dove i buoni cartacei sono accettati ovunque e quelli elettronici hanno una spendibilità più limitata, accettare la diffusione di questa modalità di pagamento. Nel nostro settore l’aspetto vincente è la multicanalità: la prospettiva è una piattaforma unica di accettazione, in grado di consentire la validazione dei buoni in ogni formato. In attesa del mobile, con il quale siamo in partenza. E poi ci sono i Pos…
Come si supera il rischio della proliferazione di questi dispositivi?
La questione è strategica. L’interesse di tutti dovrebbe essere di poter contare su un sistema agile e diffuso capillarmente. Oggi un piccolo esercente non può trovarsi di fronte alla necessità di dotarsi di 15 Pos per 15 schede magnetiche differenti. Abbiamo cercato di superare il problema con un protocollo d’intesa, siglato con altri due dei più importanti gruppi del settore, promuovendo un unico dispositivo che legga le diverse schede magnetiche. Intesa che oggi è limitata ai tre ideatori, ma che è nata per essere aperta a tutti. Senza un calcio d’inizio la partita non potrebbe giocarsi: sono certo che tutti i player del settore sono consapevoli dell’importanza di poter lavorare sulla base di un sistema aperto e non esclusivo.
Gli esercenti più piccoli vedono spesso quella del Pos come una spesa dai ritorni improbabili o incerti. Come si può incentivarli?
Servirebbero scelte coraggiose, e mi sentirei di suggerirle al Governo: bisognerebbe limitare la possibilità di utilizzo giornaliero dei buoni pasto. Se ci fosse la regola, che tutto sommato rientrerebbe nello spirito originario del buono pasto come “social welfare”, che impedisce di pagare la spesa con uno o due blocchetti di buoni pasto dati tutti insieme contemporaneamente allo stesso esercizio, questo sarebbe senza dubbio un segnale di attenzione verso i piccoli esercenti. Limitare la possibilità di spesa, ad esempio a due buoni pasto al giorno, farebbe sentire i più piccoli incentivati a entrare nel circuito. Più il circuito si allarga, più sono i benefici per tutti, dalle aziende ai consumatori finali.
Da dove inizierete con i buoni pasto in mobilità?
Tra i nostri clienti ci sono grandi aziende italiane leader in diversi settori: Energia, Telecomunicazioni, Trasporti e PA, e siamo reciprocamente orgogliosi di tenere a battesimo questo sistema. Stiamo definendo gli ultimi dettagli per partire con il buono pasto utilizzabile anche attraverso lo smartphone o il tablet, attraverso la tecnologia Nfc e abbiamo già previsto integrazioni con i digital wallet in circolazione in Italia. Anche in questo caso, facciamo da apripista all’interno del settore e siamo assolutamente disponibili a mettere a disposizione la soluzione per tutti coloro che ce la chiederanno e la riterranno interessante per le proprie esigenze.
Fogliani: “Strategica la piattaforma unica per i buoni pasto”
Il presidente di Qui! Italia Group: “Facciamo da apripista per l’innovazione del settore. L’obiettivo è di assicurare benefici a esercenti e utenti, grazie anche alla digitalizzazione”
Pubblicato il 24 Apr 2015
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