False certificazioni e lavori di posa della fibra ottica mai eseguiti, per un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro. Questa la motivazione che ha spinto gli investigatori a chiedere il rinvio a giudizio per quattro persone e a sequestrare, a dicembre, beni per un valore complessivo di 650mila euro: tra questi, oltre alle risorse finanziarie, due appartamenti, una lussuosa villa, tre box auto, un magazzino, un appezzamento di terra situati fra Roma e Vasto (Chieti). E’ il risultato dell’operazione “Pincer”, portata a termine dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Cagliari, che ha portato all’individuazione di una maxi truffa ai danni del ministero dello Sviluppo economico nell’ambito dell’appalto sulla banda larga.
Le accuse per gli indagati vanno dal falso ideologico alla frode nelle forniture pubbliche, truffa e concussione. Sono finiti nel registro degli indagati NicolaTenaglia, di 67 anni, di Vasto (Chieti), ingegnere e direttore dei lavori della Infratel Spa; Luciano Tracucci, di 45, di Corciano (Perugia), project manager e procuratore della Imet Spa, Michele Ragni, di 49, di Serramanna (Medio Campidano), e Ademaro Cesarini, di 54, di Gubbio (Perugia) responsabili del cantiere della Imet, nell’ambito dell’indagine sulla posa della banda larga. Il provvedimento ha colpito la stessa Imet, con l’applicazione del Dlgs 231/2001 che in ambito penale consente di attribuire la responsabilità amministrativa alle persone giuridiche per i reati commessi dai propri dipendenti a loro interesse e vantaggio.
Ai quattro è stato notificato l’avviso della conclusione delle indagini delle Fiamme gialle del Nucleo di polizia tributaria che si sono concentrate sull’appalto pubblico relativo al Lotto 6 Regione Sardegna – Primo intervento, denominato Programma di sviluppo della banda larga nel Mezzogiorno.
Secondo gli uomini delle fiamme gialle la truffa sarebbe stata architettata con l’aiuto di Nicola Tenaglia: per chiudere un occhio durante le ispezioni e i collaudi della fibra ottica, avrebbe ottenuto denaro e regalie. Inoltre sarebbero stati eseguiti lavori di ristrutturazione di una lussuosa villa a Vasto, intestata alla moglie per 210 mila euro. La villa è stata sequestrata in quanto costituisce, secondo l’accusa, prodotto e profitto della concussione. Tutti gli indagati e la società sono stati anche segnalati alla Procura della Corte dei Conti della Sardegna per il danno erariale.