STATO-REGIONI

Fondi per l’ultrabroadband, le Regioni aprono i dossier

Nuovo round dell’incontro governo-Regioni oggi al Mise. Focus sui Programmi operativi regionali e sulla creazione del fondo di garanzia per gli investimenti. Territorio nazionale diviso in 4 cluster. Nelle prossime settimane gli incontri one-to-one

Pubblicato il 23 Ott 2014

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Nuovo incontro negli uffici del Mise all’Eur tra il Governo e le Regioni sul piano per la Banda ultralarga. Alla riunione di oggi erano presenti, insieme ai rappresentanti delle amministrazioni locali, Raffaele Tiscar, responsabile di questo dossier a Palazzo Chigi, Alessandra Poggiani, direttore di Agid, e per il Mise Alessio Beltrame, capo della segreteria politica del sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli. Nell’incontro di oggi si è dettagliato maggiormente il piano rispetto alla riunione introduttiva della scorsa settimana nella sala Verde di Palazzo Chigi, e il Governo ha presentato i 4 cluster in cui è stato suddiviso il territorio nazionale.

Ogni Regione ha ricevuto la suddivisione dei Comuni di competenza e delle aree bianche che la riguardano. Si è fatto il punto sui vari Programmi operativi regionali e si sono poste le basi per la creazione del fondo di garanzia per gli interventi in tutte le aree bianche e grigie, che sarà composto da più fondi. La misura, già utilizzata in Francia, consentirà di utilizzare i fondi infrastrutturali europei come garanzia per gli investimenti dei privati, ottenendo così un effetto finanziario “moltiplicatore”, e consentendo di accelerare la realizzazione delle nuove reti.

Contemporaneamente, tutte le Regioni sono state invitate a mettere a disposizione la documentazione sulla propria situazione particolare, specificando le iniziative e gli investimenti in campo, in modo da dare al governo la possibilità di svolgere un ruolo di coordinamento.

L’obiettivo è quello di imprimere, sotto la guida dell’esecutivo, un’accelerazione per la diffusione delle reti di nuova generazione, prevedendo per le prossime settimane anche incontri one to one Regione per Regione. E rispondere alle perplessità avanzate nei mesi scorsi dalla Commissione Ue, che aveva evidenziato a più riprese lo scarso coordinamento tra le varie amministrazioni sulle ricette per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda digitale Ue: 30 megabit a tutti gli italiani e 100 megabit al 50% della popolazione nazionale entro il 2020.

Al centro dell’attenzione c’è l’utilizzo dei fondi comunitari Fesr e Feasr, cioè quelli destinati alla ricerca e all’agricoltura. Allo studio ci sono misure per rendere più agevole ed economicamente sostenibile l’estensione della rete in fibra, a partire dagli incentivi fiscali e per gli scavi. L’obiettivo è di rendere più conveniente per gli operatori aumentare gli investimenti in questo settore.

Il quadro generale del piano prevede che il coordinamento sul fronte infrastrutture sia affidato al Ministero per lo Sviluppo economico e a Infratel, mentre dal lato servizi la responsabilità sarà a carico dell’Agid.

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