M&A

Foxconn, offerta da 25 miliardi per i chip Toshiba

Il colosso di Taiwan punta a sbaragliare la concorrenza e a rilevare l’intero segmento con un assegno monstre. Intanto la compagnia giapponese annuncia una perdita da 4,5 miliardi negli ultimi 9 mesi del 2016

Pubblicato il 11 Apr 2017

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Il governo giapponese si sta abituando all’idea che Toshiba possa cambiare bandiera. Soprattutto dopo la maxi perdita degli ultimi 9 mesi del 2016 e l’offerta monstre arrivata da Foxconn. La crisi della compagnia nipponica, inguaiata da investimenti sul business nucleare che si sono rivelati un autogoal, potrebbe essere a un punto di svolta.

Le ultime ore hanno infatti registrato alcune novità importanti, a partire dall’annuncio di una perdita da 4,5 miliardi di euro fra aprile e dicembre 2016. Numeri non certificati però da Pwc, che hanno comunque dato per la prima volta una misura verosimile del buco causato dalle controllate americane attive nel settore energia. Nella comunicazione dei dati Toshiba sottolinea i gravi rischi per la continuità aziendale, già noti da tempo e alla base della decisione di vendere la divisione chip.

Per il gioiello di famiglia della conglomerata giapponese sono arrivate diverse offerte, ma una sembra destinata a sbagliare la concorrenza. Secondo il Wall Street Journal, il colosso Foxconn Technology è pronto a mettere sul piatto un assegno da circa 25,5 miliardi di euro per acquisire il 100% del business legato ai chip.

Toshiba aveva deciso di vendere solo una quota pari al 20%, ottenendo numerose manifestazioni di interesse. Poi si era decisa ad alzare la quota in vendita, senza stabilire un massimo. Il governo guidato da Shinzo Abe non ha mai nascosto la preferenza per un’operazione fatta in casa, che permette a Toshiba di mantenere il sangue giapponese. Tanto da avanzare l’ipotesi di creazione di un fondo pubblico ad hoc per rilevare le attività messe in vendita.

Ma l’offerta da oltre 25 miliardi avanzata da Foxconn, che è il più grande produttore di elettronica al mondo e fornitore di Apple, è di quelle pesanti, difficili da rifiutare e in grado di far saltare il banco. Tanto per dare un termine di paragone, per la quota del 20% messa inizialmente in vendita erano arrivate offerte fra 1,8 e 3,6 miliardi di dollari. Il gruppo giapponese, alle prese con una crisi gravissima iniziata con lo scandalo contabile del 2015, starebbe valutando anche la cessione del business Tv. Il gruppo turco Vestel ha ammesso di avere discussioni in corso con Toshiba: “È troppo presto per dire se le discussioni avranno successo”.

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