Il ministro francese dell’Innovazione e dell’economia digitale Fleur Pellerin ha imposto a Free, il service provider del gruppo Iliad guidato da Xavier Neil che conta 5,2 milioni di abbonati, di rimuovere il blocco dell’advertisement online generato da Google e da altri Over-the-top americani. Il blocco messo in campo da Free è una forma di protesta contro l’invasione di pop up pubblicitari che pesano sul suo network, ma che non portano ritorni economici al provider che veicola questi messaggi gratis.
Nel mirino di Free c’è in primo luogo Google, che con la controllata YouTube rappresenta la maggior parte del traffico veicolato sul network di Free. Un problema, quello degli Over-the-top che invadono la rete, che riguarda tutti i service provider, che da tempo battono cassa con le net company per negoziare una sorta di condivisione dei ricavi pubblicitari, per finanziare l’upgrading delle reti.
Secondo Le Figaro, quella di Free non è stata una marcia indietro, ma un colpo di teatro per sensibilizzare la politica sugli effetti nefasti dell’invasione di messaggi pubblicitari, in particolare video, che rallentano la fornitura di connessioni a pagamento e impattano negativamente sulla qualità del servizio.
Il governo francese, pur condannando l’operato di Free, sta pressando Google & Co. a contribuire in maniera fattiva alla realizzazione e manutenzione dei network.
“E’ vero che la presenza di cinque pop up sullo stesso sito può essere fastidiosa – ha detto Pellerin – ma la pubblicità online non può essere trattata diversamente dagli altri contenuti online, il blocco unilaterale dell’advertisement è incoerente con il concetto di un Internet libero e aperto, al quale sono molto legata”. Insomma, il ministro getta acqua sul fuoco, ma nel contempo chiede alle net company di fare la loro parte. Anche se per ora a livello europeo non esistono regole volte a bloccare la pubblicità online.
Detto questo, il ministro Pellerin si è mostrata vicina alle posizioni di Free, affermando che “c’è seriamente bisogno di trovare un modo in cui le web company possano mettere un po’ di fondi sulle reti”. Il ministro ha aggiunto che nei prossimi anni, con l’avvento della “connected tv – Google Tv, Apple Tv e Amazon Tv – ci sarà un consumo sempre più massiccio di banda larga e resta aperta la questione su chi dovrà pagare per tutto questo”. In altre parole, la posizione di Free, condivisa da tutte le telco europee, è che gli Over-the-top, Google in testa, partecipino agli investimenti necessari per la realizzazione di nuove reti in fibra e mobili.
Il conflitto fra telco e Over-the-top in Francia, ma anche in altri paesi europei, come Germania e Italia, va di pari passo con la contesa con gli editori che chiedono a Google di condividere parte dei proventi pubblicitari derivanti dai loro contenuti indicizzati sul motore di ricerca.