Freno a mano tirato per Uber. Nella prima metà del 2016 sono andati in fumo almeno 1,2 miliardi di dollari, poco più di 1 miliardo di euro. Lo rivela Bloomberg, precisando che, non essendo quotata, la società non è obbligata a pubblicare i conti.
Ogni trimestre Uber incontra in conference call i suoi azionisti per fare il punto dei dati finanziari. Secondo quanto trapelato, i numeri non sono stati soddisfacenti nemmeno negli Usa dove il risultato è tornato in rosso dopo che nel primo trimestre era stato positivo.
Uber ha registrato un margine negativo di 520 milioni nel primo trimestre, cui si aggiunge un nuovo dato negativo per oltre 750 milioni nel secondo (100 negli Usa). Come spiega Bloomberg, ciò significa che l’ebitda semestrale è in rosso per oltre 1,2 miliardi di dollari e che il calcolo aggregato delle perdite in sette anni è di 4 miliardi di dollari. La società si è rifiutata di commentare i dati.
Gli analisti sono concordi nel sottolineare l’importanza di questa perdita, anche per una compagnia tecnologica che sta investendo molto per imporsi con il suo servizio nel mondo e a fronte degli investimenti necessari per accrescere il proprio giro d’affari.
Ma le cose potrebbero tornare a girare nelle giusta direzione. A luglio Uber ha siglato un accordo la concorrente cinese Didi. L’intesa prevede la vendita delle proprie attività ai cinesi. Grazie a questa fusione nascerà un gigante da circa 35 miliardi di dollari di capitalizzazione. Nelle mani di Uber rimarrà una quota del 20% della compagnia che nascerà dalla fusione tra i due player, mentre l’azionista della divisione cinese del gruppo, Baidu, riceverà una quota del 2,3%. Sul campo, però, Uber ha lasciato 2 miliardi di investimenti.