LA GRANDE MANOVRA

Asta frequenze 5G, 2,5 miliardi nel Bilancio. Ma è giallo sui costi

Quanto dovrà pagare lo Stato italiano ai broadcaster per il rilascio dello spettro destinato alle Tlc mobili? Partita ancora aperta alla vigilia della nota di aggiornamento Def. Ecco perché

Pubblicato il 22 Set 2017

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Quanto vale il “trasloco” di Mediaset dalla banda 700Mhz alla porzione di spettro più bassa, la sub-700? Il passaggio, fra i centrali per la riorganizzazione dello spettro radio italiano in vista del 5G, è anche uno dei punti interrogativi con cui il governo di Paolo Gentiloni sta facendo i conti in vista della presentazione del disegno di legge di bilancio 2018 (dev’essere presentato entro il 20 ottobre: il 27 settembre la nota di aggiornamento del Def): nelle intenzioni dell’esecutivo l’introduzione in bilancio delle entrate straordinarie, a copertura di misure per la crescita, provenienti dalla gara per le frequenze destinate al 5G. L’ipotesi stimata si aggira sui 2-2,5 miliardi per la messa a gara delle bande 700 Mhz, 3.4-3.8 Ghz, 24.25-27.5 Ghz a cui parteciperanno gli operatori di Tlc. Ma la partita non è per niente semplice.

In ballo la valutazione degli incassi possibili, gioco che dovrà tenere conto di una pluralità di parametri: fra gli altri, gli incassi già realizzati da altri Paesi per le stesse bande di frequenza – in Francia l’asta per soli 60 Mhz della banda 700Mhz, effettuata nel 2015 a “spettro occupato” (disponibile solo dal 2019) ha fruttato alle casse dello Stato 2,8 miliardi – e l’asta del 2011 per la banda 800Mhz: in quell’occasione l’Italia realizzò 4 miliardi, circa 1,5 miliardi in più rispetto alle previsioni inserite nella Legge di bilancio calcolate in 2,4 di incasso.

Ma la partita appare più incerta, secondo quanto risulta a CorCom, sul fronte “definizione dei costi”. Quelli per la liberazione delle frequenze, come scritto all’inizio, nonché quelli per l’adeguamento da parte degli italiani di televisori e apparati che consentiranno di ricevere il futuro segnale televisivo, aggiornato a nuovi standard e codec.

La voce di costo più alta sarà quella del “rimborso” ai broadcaster per il rilascio della banda 700 Mhz attualmente occupata (sul fronte delle Tv a copertura nazionale) dai mux di Mediaset, DFree (Ben Ammar), Persidera (Tim), Retecapri. Quali benchmark adottare per il calcolo? I parametri potrebbero essere rappresentati dai 32 milioni pagati nel 2014 da Urbano Cairo 20 anni di licenze del multiplex lotto 3. Come pure i 240 milioni del 2011 previsti come rimborso alle tv locali per la liberazione della banda 800Mhz.

Questa volta il calcolo sarà particolarmente controverso, da gestire, anche sul piano politico. Non a caso la partita è ancora aperta: si incrociano veti e rapporti di forza fra governo e i player in gioco in un contesto ad alta criticità. Con un bilancio da presentare a ottobre ma elezioni politiche alle porte, la scommessa si prospetta complicata.

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