Quanto vale il “trasloco” di Mediaset dalla banda 700Mhz alla porzione di spettro più bassa, la sub-700? Il passaggio, fra i centrali per la riorganizzazione dello spettro radio italiano in vista del 5G, è anche uno dei punti interrogativi con cui il governo di Paolo Gentiloni sta facendo i conti in vista della presentazione del disegno di legge di bilancio 2018 (dev’essere presentato entro il 20 ottobre: il 27 settembre la nota di aggiornamento del Def): nelle intenzioni dell’esecutivo l’introduzione in bilancio delle entrate straordinarie, a copertura di misure per la crescita, provenienti dalla gara per le frequenze destinate al 5G. L’ipotesi stimata si aggira sui 2-2,5 miliardi per la messa a gara delle bande 700 Mhz, 3.4-3.8 Ghz, 24.25-27.5 Ghz a cui parteciperanno gli operatori di Tlc. Ma la partita non è per niente semplice.
In ballo la valutazione degli incassi possibili, gioco che dovrà tenere conto di una pluralità di parametri: fra gli altri, gli incassi già realizzati da altri Paesi per le stesse bande di frequenza – in Francia l’asta per soli 60 Mhz della banda 700Mhz, effettuata nel 2015 a “spettro occupato” (disponibile solo dal 2019) ha fruttato alle casse dello Stato 2,8 miliardi – e l’asta del 2011 per la banda 800Mhz: in quell’occasione l’Italia realizzò 4 miliardi, circa 1,5 miliardi in più rispetto alle previsioni inserite nella Legge di bilancio calcolate in 2,4 di incasso.
Ma la partita appare più incerta, secondo quanto risulta a CorCom, sul fronte “definizione dei costi”. Quelli per la liberazione delle frequenze, come scritto all’inizio, nonché quelli per l’adeguamento da parte degli italiani di televisori e apparati che consentiranno di ricevere il futuro segnale televisivo, aggiornato a nuovi standard e codec.
La voce di costo più alta sarà quella del “rimborso” ai broadcaster per il rilascio della banda 700 Mhz attualmente occupata (sul fronte delle Tv a copertura nazionale) dai mux di Mediaset, DFree (Ben Ammar), Persidera (Tim), Retecapri. Quali benchmark adottare per il calcolo? I parametri potrebbero essere rappresentati dai 32 milioni pagati nel 2014 da Urbano Cairo 20 anni di licenze del multiplex lotto 3. Come pure i 240 milioni del 2011 previsti come rimborso alle tv locali per la liberazione della banda 800Mhz.
Questa volta il calcolo sarà particolarmente controverso, da gestire, anche sul piano politico. Non a caso la partita è ancora aperta: si incrociano veti e rapporti di forza fra governo e i player in gioco in un contesto ad alta criticità. Con un bilancio da presentare a ottobre ma elezioni politiche alle porte, la scommessa si prospetta complicata.