Lo scorso 4 agosto il CEO della Disney, Bob Iger, presentando i dati del terzo trimestre, ha dichiarato : “Le tendenze emergenti tra i giovani continueranno a mettere sotto pressione l’ecosistema multicanale”. Questo commento ha immediatamente fatto crollare il valore delle azioni Disney e di altre media company. Secondo un recente studio della società Magid, basato su interviste a 2.400 consumatori, i timori di Iger sarebbero del tutto giustificati.
I dati mostrano infatti che il fenomeno del cosiddetto “cord-cutting”, cioè l’abbandono degli abbonati dai servizi di pay TV tradizionali in favore dei nuovi servizi di video on demand, sta diventando preoccupante, perché cresce, e molto più velocemente di quanto previsto dagli analisti del settore. Infatti il 3,7% degli abbonati pay TV tra i 18 e i 64 anni ha confermato di essere molto propenso a cancellare il proprio servizio pay TV nei prossimi 12 mesi. Questo dato è aumentato rispetto al 2,9% del 2014 e rappresenta addirittura un aumento del 95% rispetto all’analoga ricerca realizzata nel 2011. Anche se non si tratta di un tracollo, il risultato certifica la lenta e costante migrazione verso altre tipologie di servizi. Per operatori come Neflix e altri servizi on demand è da notare come il 3,7% sia già un dato importante se si sta rincorrendo una crescita del 10-15% l’anno, che con il tempo porta a introiti importanti.
Ancora più significativi i risultati degli intervistati della fascia 25-34 anni. In questo campione, il 7,1% degli abbonati pay TV ha affermato che probabilmente cancelleranno il servizio entro un anno. I risultati peggiorano tra i non abbonati. Appena il 5% degli intervistati ha detto di essere propenso ad abbonarsi a un servizio di pay TV nei prossimi 12 mesi. Quando si chiedono i motivi per i quali si prevede la cancellazione del servizio pay TV, il 77% dei potenziali cord-cutter cita il video over-the-top quale fattore chiave. Metà degli intervistati ha dichiarato di essere soddisfatto delle opzioni di streaming online come Netflix e Hulu, mentre il 30% considera la pay TV troppo costosa.
Gli osservatori sono d’accordo nel considerare il cord-cutting una minaccia per i grandi network TV e per i cable operator, anche se con conseguenze peggiori soprattutto per i secondi. Infatti il rapporto prezzo/valore del pacchetto video via cavo peggiora continuamente, a fronte di quella che apparentemente sembrerebbe un’infinita varietà di alternative per trascorrere il tempo dedicato all’intrattenimento. Aziende come Netflix, Amazon, Hulu, ma anche nuove app come Kardashian non potranno che beneficiare dal cord cutting del cavo, che farà confluire più dollari sul mercato da spendere in numerose altre direzioni.