Per Tim “l’opzione più conveniente” da portare a compimento con la concorrente Open Fiber “sarebbe quella di coinvestire piuttosto che acquistare”. Lo afferma Jp Morgan in un report che analizza a fondo l’ipotesi di combinazioni tra i due network. Operazione a fronte della quale Jp Morgan si dice “neutrale” e da cui stima due miliardi di sinergie totali “derivanti dallo stop alla duplicazione della stesura di due reti”.
Telecom Italia, ricorda la società di rating, ha recentemente raggiunto un accordo di confidenzialità con gli azionisti di Open Fiber (Enel e Cdp) per discutere potenziali forme di integrazione delle reti in fibra ottica. “La nostra analisi – scrive Jp Morgan – evidenzia la possibilità di molte potenziali sorprese negative” provenienti da questo scenario tra cui “il respingimento da parte delle autorità regolatorie in Italia ed Europa” e “l’incertezza su prezzo e struttura” dell’operazione.
Secondo Jp Morgan “il modo migliore per Telecom Italia di affrontare la minaccia Open Fiber potrebbe essere quello di coinvestire” nella fibra. Scegliendo questa ipotesi Tim e Open Fiber potrebbero dividersi i costi della stesura della rete nel Paese. E in questo modo, “sarebbero mitigate le potenziali implicazioni negative finanziarie provenienti da una completa fusione“. Riguardo al valore per l’acquisizione di Open Fiber, Jp Morgan ricorda che la stampa ha citato un range tra 2,5 e 8 miliardi di euro: “incrociando questo range con le nostre stime, siamo arrivati a 2,5-6 miliardi”.
Jp Morgan ricorda anche le recenti dichiarazioni del professor Dècina, presidente di Infratel, che ha indicato, tra l’altro, per Open Fiber un valore fino a 3 miliardi, calcolato in funzione dell’ammontare dell’ebitda stimato tra cinque anni.