New York ha deciso di mettere fine la battaglia contro la fusione fra T-Mobile e Sprint che nei giorni scorsi ha ricevuto, dopo anni l’ok definitivo. Lo Stato dunque non farà appello contro la decisione del via libera. O, almeno, è quanto riferisce l’agenzia Reuters. Il procuratore generale di New York Letitia James ha dichiarato che il suo ufficio è pronto a mettere fine alla sfida giudiziaria ma a patto di poter continuare a “lavorare con tutte le parti per garantire che i consumatori ottengano i migliori prezzi e servizi possibili, che le reti siano costruite in tutto il nostro stato e che vengano creati posti di lavoro ben pagati qui a New York”.
New York, California e altri stati avevano contestato il deal per motivi antitrust, sostenendo che l’effetto sarebbe stato un aumento dei prezzi ai consumatori finali. L’ufficio del procuratore generale della California Xavier Becerra ha dichiarato che sta rivedendo la sentenza del tribunale e le sue opzioni. “Siamo consapevoli che anche la California Public Utility Commission ha preso in considerazione la questione”, ha detto domenica 16 febbraio.
Gli uffici legali del Connecticut e del Massachusetts hanno dichiarato che stanno rivedendo la decisione e valutando le loro opzioni. Il Michigan ha dichiarato di non essere in grado di commentare al momento. Anche gli altri otto stati interessati e il distretto di Columbia hanno preferito astenersi dal commentare.
Il procuratore di New York ha dichiarato che “il processo ha fruttato impegni da parte di T-Mobile per creare posti di lavoro a Rochester e avviare solide iniziative a favore delle comunità locali in termini di posti di lavoro e sviluppo tecnologico”. A ottobre, il Colorado è diventato il secondo stato, dopo il Mississippi, a abbandonare la sua sfida legale dopo aver raggiunto un accordo con T-Mobile e Dish Network Corp, che rileverà i beni ceduti a seguito della fusione. Dish si è impegnata a creare 2.000 posti di lavoro in Colorado, e T-Mobile ha accettato di implementare la prossima generazione di 5G wireless in gran parte dello stato.