L'INTERVENTO SU CORCOM

Gabriel: “Così l’Europa diventerà leader nella data economy”

Su CorCom l’intervento della commissaria Ue all’Economia digitale: “Investimento sui supercomputer cruciale per aumentare le capacità di calcolo del nostro Continente e rilanciare sulla competitività”

Pubblicato il 19 Gen 2018

Mariya Gabriel

Commissaria europea per l'economia e la società digitali

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Le imprese in grado di sfruttare al meglio le infrastrutture e i processi digitali e di diffondere i prodotti e i servizi digitali saranno quelle che trarranno i maggiori benefici dalla società e dall’economia dei dati odierne. Tuttavia, nessuno degli attuali giganti del settore digitale (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) è europeo.

Questo è uno dei motivi per cui il mercato unico digitale è una delle priorità principali della Commissione europea. È anche il motivo per cui l’Unione europea ha bisogno di realizzare al più presto infrastrutture digitali all’avanguardia, compresa un’infrastruttura europea di supercalcolo di punta, incentrata su macchine superpotenti ed efficienti, in grado di elaborare grandi quantità di dati e di effettuare calcoli ad una velocità migliaia di volte superiore a quella di un normale computer.

Confido nella capacità dell’Ue di compiere progressi concreti sotto la presidenza bulgara, che ha inserito il digitale tra le priorità del suo programma per il prossimo semestre.

Già oggi i supercomputer consentono alla nostra società di sfruttare le innovazioni nel campo dell’assistenza sanitaria, dell’ingegneria, delle energie rinnovabili, della sicurezza dei veicoli, della cibersicurezza e di altre tecnologie.

Le applicazioni sono innumerevoli e sono lieto che i cittadini europei possano già beneficiarne. Grazie al calcolo ad elevate prestazioni (Hpc), ad esempio, possiamo progettare nuovi farmaci e simularne gli effetti, effettuare diagnosi e prescrivere cure con maggiore rapidità e prevedere le epidemie. I medici sloveni hanno utilizzato l’infrastruttura di supercalcolo per velocizzare notevolmente la diagnostica genetica, accorciando i tempi da più di un mese a meno di qualche giorno, arrivando talvolta ad appena un giorno. L’impiego di supercomputer ha inoltre consentito un’analisi più completa del materiale genetico, che è fondamentale per la diagnosi nel caso di pazienti affetti da gravi forme di epilessia e di neonati con uno stato di salute critico, per la diagnosi prenatale e per la medicina di precisione per trattare pazienti con malattie rare.

I supercomputer sono utilizzati anche per le simulazioni dei cambiamenti climatici a risoluzioni sempre più alte, ad esempio nello studio del comportamento degli oceani, delle previsioni meteorologiche e dell’evoluzione delle risorse della Terra. Simulazioni di questo tipo sono utili per l’allerta precoce in caso di tempeste e per gli scenari climatici a lungo termine e le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici.

Esse sono una risorsa anche per migliorare la nostra conoscenza dei processi geofisici e della struttura interna della Terra. In Italia, ad esempio, un gruppo internazionale di ricercatori ha sviluppato un modello di litosfera sotto l’intero territorio italiano basato sull’acquisizione di immagini ad alta precisione delle onde sismiche, il che ha consentito una migliore comprensione dei fenomeni sismici nella regione. Sono certa che questa tecnologia ci permetterà di salvare centinaia di vite.

I produttori di automobili si stanno ora concentrando sul futuro della mobilità intelligente: le automobili senza conducente. Tenuto conto dell’enorme quantità di dati che questi veicoli si scambieranno (più di quattro terabyte – ossia all’incirca il volume di dati che è possibile memorizzare su 1000 Dvd) in circa un’ora e mezza di guida – l’utilizzo di supercomputer da parte del settore sarà enorme.

Questi sono solo alcuni degli esempi che confermano il potenziale crescente dei supercomputer. In risposta all’aumento esponenziale dei dati, il calcolo ad elevate prestazioni sta già procedendo verso la prossima frontiera, con il passaggio dai supercomputer a pentascala a quelli a esascala, che sono almeno dieci volte più veloci delle macchine attualmente in funzione e oltre 100 volte più veloci delle macchine più veloci disponibili nell’Ue.

Tuttavia, non tutti i paesi dell’Ue hanno la capacità di realizzare e mantenere questa infrastruttura o di sviluppare tecnologie a esascala. Inoltre, in generale, l’Europa sta addirittura retrocedendo nella classifica dei paesi con le maggiori capacità in termini di infrastruttura Hpc, visto che è stata superata da Cina, Stati Uniti e Giappone.

Senza strutture di supercalcolo di prim’ordine, l’Europa non potrà realizzare la sua ambizione di diventare una fiorente economia dei dati. L’Europa non può correre il rischio che i dati prodotti dalla ricerca e dall’industria dell’Ue siano elaborati altrove a causa della carenza di capacità di supercalcolo. Ciò ci renderebbe maggiormente dipendenti dalle strutture dei paesi terzi e spingerebbe i soggetti impegnati nell’innovazione a lasciare l’Europa.

È qui che entra in gioco il valore aggiunto apportato dall’Unione europea ed è per questo motivo che la Commissione europea e gli Stati membri si sono riuniti il 23 marzo 2017 a Roma, dove hanno sottoscritto la dichiarazione EuroHpc. In tale data, sette Stati membri (Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna) hanno firmato una dichiarazione a sostegno della prossima generazione di infrastrutture di calcolo e di dati. Da allora la dichiarazione è stata firmata da altri sei paesi (Belgio, Slovenia, Bulgaria, Svizzera, Grecia e Croazia).

Grazie a questi tredici pionieri, ora possiamo compiere un ulteriore passo avanti, mettendo in comune maggiori investimenti per creare infrastrutture di supercalcolo europee all’avanguardia. Come proposto dalla Commissione europea, la nuova struttura giuridica e di finanziamento (l’impresa comune EuroHpc) acquisterà, costruirà e diffonderà in tutta Europa supercomputer di prim’ordine. In questa fase, l’Ue contribuirà con circa 486 milioni di euro dall’attuale bilancio pluriennale, cui si aggiungerà un importo analogo proveniente dagli Stati membri e dai paesi associati. Complessivamente, entro il 2020 sarà investito circa 1 miliardo di euro di finanziamenti pubblici e i soggetti privati che partecipano all’iniziativa forniranno anche contributi in natura. Oltre ai tredici paesi iniziali, qualsiasi altro Stato membro o paese associato potrà aderire all’impresa comune EuroHpc in qualsiasi momento, a condizione di partecipare finanziariamente. Questo nuovo strumento giuridico mira a sostenere lo sviluppo di sistemi con prestazioni a esascala (un miliardo di miliardi o 1018 di operazioni di calcolo al secondo), basati sulla tecnologia dell’Ue, entro il 2022-2023.

Dal momento che l’industria dell’Ue diventa più digitale, le infrastrutture di supercalcolo europee rappresentano una risorsa strategica per il suo futuro, oltre ad avere un grande potenziale in termini di creazione di nuovi posti di lavoro. Molte piccole e medie imprese hanno bisogno della modellizzazione e della simulazione per svolgere la loro attività. Per molte di queste imprese, se non per tutte, il costo del possesso e della manutenzione di queste tecnologie è proibitivo.

L’Ue ha quindi un ruolo da svolgere nel favorire la creatività, l’innovazione e la competitività.

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