LO STUDIO

Gartner, rivoluzione “identity” con l’Internet of Things

L’identity and access management (Iam) nella forma attule non può gestire la complessità della IoT: a relazionarsi sono non solo persone, ma anche software, applicazioni, servizi, device

Pubblicato il 18 Feb 2015

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Gestire le identità e gli accessi è un elemento cruciale per il successo della Internet of Things (IoT), ma, nella sua forma attuale, l’identity and access management (Iam) non può garantire la scala né gestire la complessità che la IoT porta in un’organizzazione, secondo il nuovo studio di Gartner “The Identity of Things for the Internet of Things“.

“I manager che si occupano di Iam devono riconsiderare come gli approcci tradizionali alla cyber security e allo Iam funzionano in un mondo in cui device e servizi sono molto più numerosi, si presentano in forme molto diverse e sono collocati in punti molto diversi nell’ecosistema It“, afferma Earl Perkins, research vice president di Gartner.

La crescita dell’IoT signfica che chi si occupa di Iam all’interno di un digital business dovrà trovare un modo per definire e gestire le identità di tutte le “entità” (persone, servizi e cose) all’interno di un unico quadro di riferimento. La IoT non significa solo introduzione di diverse forme di device connessi nel digital business ma è soprattutto un approccio nuovo all’implementazione di processi, analisi, storage e comunicazioni che trasforma le aziende.

“I sistemi tradizionali Iam focalizzati sulle persone non sono adeguati a rispondere alla propagazione di device e cose e a dare una visuale completa e integrata ai manager dello Iam“, sottolinea Ant Allan, research vice president di Gartner. “La Identity of Things richiede una nuova tassonomia per chi partecipa ai sistemi Iam. Persone, software, applicazioni e servizi, device: tutti saranno definiti come entità e tutte le enttià avranno gli stessi requisiti per interagire”.

La Identity of Things (IDoT) è una nuova estensione dell’identity management che include tutte le identità delle “entità”. Queste identità sono poi usate per definire le relazioni tra le entità – tra un device e una persona, tra un device e un altro device, tra un device e un’applicazione o servizio, oppure (come nello Iam tradizionale) tra una persona e un’applicazione o servizio.

Poiché i device non fanno tradizionalmente parte dei sistemi Iam, la IDoT utilizzerà sistemi di gestione già esistenti per sviluppare un sistema unico di visione e gestione della IoT, per esempio potrà far leva sui sistemi di It asset management (Itam) e di software asset management (Sam), assumendone alcune delle funzioni all’interno di un’architettura Iam integrata.

Anche se non è detto che lo Iam sarà l’unico sistema a fornire funzioni per le relazioni e interazioni della IDoT, per Gartner svolgerà comunque un ruolo importante nei prossimi anni e saranno i fornitori di prodotti e servizi per l’Iam a determinare in ultima battuta se questo ruolo sarà un semplice contributo o se rappresenterà le fondamenta stesse della IDoT, in base alle necessità delle imprese e alla disponibilità dei fornitori di soluzioni Iam a soddisfare tali necessità.

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