REGOLE & INTERNET

Gdpr troppo “indigesto”, così l’informazione Usa abbandona il mercato europeo

Alcuni dei maggiori gruppi americani preferiscono rinunciare al bacino Ue che adeguarsi alle nuove regole sulla data protection, riporta NiemenLab. Dal Chicago Tribune al Los Angeles Times ecco i 1.000 siti di news ormai inaccessibili agli europei. E agli americani in viaggio

Pubblicato il 10 Ago 2018

gdpr

Bloccati. Il Chicago Tribune e il Los Angeles Times, per fare due esempi, non sono più consultabili da Roma, né da Londra, né da Parigi. Questo perché a due mesi e mezzo dall’entrata in vigore del Gdpr, la nuova normativa dell’Unione europea sulla protezione dei dati, sono ancora oltre 1.000 i siti di informazione statunitensi che risultano inaccessibili. Lo sostiene NiemanLab, secondo cui alcuni dei maggiori gruppi editoriali ancora non si sono allineati al nuovo regolamento, in vigore dal 25 maggio. Tra gli altri Tronc, GateHouse Media e Lee Enterprises decidendo in questo modo di tagliare via dal proprio mercato il bacino europeo. Per questo motivo non risultano accessibili Los Angeles Times, New York Daily News, Chicago Tribune, Orlando Sentinel, Baltimore Sun e molti altri siti d’informazione: inaccessibili per gli europei, ma anche per i turisti americani in viaggio in Europa. Il rischio, per loro, è di perdere abbonati e lettori europei e statunitensi che vivono in Europa, in una fase in cui è il digitale a sancire il successo dei giornali.

Questo perché alcune importanti società di media Usa si sono finora rifiutate di adeguarsi alle nuove regole sulla privacy europee: le organizzazioni avevano due anni per prepararsi al Gdpr che è entrato in vigore il 25 maggio di quest’anno. Molte grandi testate – tra le altre  come il Washington Post, il New York Times, la Cnn – sono state disponibili fin dall’inizio all’adeguamento al nuovo assetto, ma secondo NiemanLab circa un terzo dei primi 100 quotidiani statunitensi ha scelto di bloccare gli utenti europei.

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