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GenAi, come utilizzarla per migliorare la produttività



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Deloitte fa il punto sull’approccio delle aziende verso l’intelligenza artificiale generativa e sui possibili impatti futuri. Tre imprese su quattro prevedono che dovranno ripensare le strategie di talent acquisition e management, ma il 37% non è pronto ad affrontare il cambiamento

Pubblicato il 9 mag 2024



intelligenza artificiale

Nei primi mesi del 2024 il 47% delle aziende ha incrementato il ritmo di adozione e integrazione della GenAI nei propri processi attraverso l’allargamento a tutte le funzioni aziendali, maggiori investimenti nell’infrastruttura tecnologica e la possibilità offerta a un numero sempre più numeroso di risorse aziendali di accedere a questi strumenti.

A dirlo è l’ultima ricerca “State of Generative AI in the Enterprise: Now Decides Next”, uno studio trimestrale del Deloitte AI Institute sulle azioni intraprese dalle imprese in tema di adozione della GenAI e sui possibili impatti. La ricerca, condotta nel primo trimestre del 2024, ha coinvolto quasi 2mila imprese di sei settori industriali diversi.

Per cosa sarà utilizzata la GenAI

In particolare, dall’indagine emerge che il 27% delle imprese intende utilizzare la GenAI per migliorare la produttività e per ottenere una migliore efficienza in generale nei propri processi. Mentre il 28% la applicherà per migliorare i propri prodotti e servizi. Solo il 18% delle aziende adotterà la GenAI per ottimizzare i processi esistenti con l’obiettivo principale di ridurre i costi.

In ambito di gestione delle risorse umane il 75% delle aziende prevede che l’intelligenza artificiale generativa porterà cambiamenti nelle loro talent strategy entro i prossimi due anni. Tuttavia, nei mesi scorsi il 37% delle imprese era ancora poco o per niente preparato ad affrontare il cambiamento e le problematiche relative all’impatto della GenAI sulle risorse aziendali.

Il 39% delle imprese prevede nei prossimi 12 mesi di aumentare il proprio organico aziendale grazie proprio all’integrazione della GenAI nei propri processi. Mentre il 38% delle imprese non si aspetta invece impatti particolari dall’adozione della GenAI e prevede quindi di mantenere un organico invariato nel prossimo anno.

“L’Italia nei prossimi dieci anni dovrà affrontare un calo demografico che porterà a una probabile carenza di forza lavoro”, commenta Lorenzo Cerulli, GenAI Leader di Deloitte Central Mediterranean. “In questo contesto la Generative AI è un’innovazione che potrebbe aiutare il nostro Paese ad affrontare questa sfida perché permetterà alle aziende di ottimizzare i processi produttivi e aumentare l’efficienza.”

D’altra parte, per il 72% delle aziende la fiducia in tutte le forme di AI è notevolmente aumentata dall’avvento dell’intelligenza artificiale generativa nel 2022. Il 60% delle imprese ha comunque adottato strategie che siano in grado di bilanciare la rapida integrazione dell’intelligenza artificiale generativa con processi di implementazione finalizzati a mitigare i rischi potenziali.

E le utilities sperimenteranno fino al 25% in più di produttività

In particolare, l’intelligenza artificiale generativa darà una notevole spinta al settore delle utilities, portando incrementi della produttività che potranno arrivare, a livello mondiale, fino al 25%. È una delle evidenze emerse dall’analisi Agici-Accenture presentata a Milano in occasione del workshop ‘Le utilities nell’era della Generative AI: ottimizzazione, competitività e gestione degli asset‘ organizzato dalle due società.

Secondo lo studio a oggi il 77% dei dispositivi elettronici include già una qualche forma di Generative AI. Nel 2023, inoltre, gli investimenti in startup dedicate sono stati pari a 33 miliardi di dollari per Meta, 13 miliardi per Microsoft, 4 miliardi per Amazon e due per Google.

Le aziende del settore, sottolineano Agici e Accenture, dovranno essere capaci di sfruttare la GenAI adottando un approccio di ‘reinvenzione’ e operando in sinergia con partner qualificati per rivedere i percorsi dei clienti e la modalità di lavoro al proprio interno.

Sempre secondo l’analisi, il 28% dei lavoratori utilizza già la GenAI. Di questi, il 50% lo fa senza supervisione. La tecnologia, infine, trasformerà in modo sostanziale l’industria, a partire da tre direttrici principali, ovvero nuove modalità di interazione con i clienti, ridefinizione degli asset aziendali attraverso l’incrocio fra fisico e digitale e la progettazione di nuovi servizi costruiti attorno ai lavoratori.

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