IL CASO

GenAI, Nvidia nel mirino dell’Antitrust francese: “Competizione a rischio”



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È quanto emerge da un report che analizza l’evoluzione del mercato. Secondo indiscrezioni di stampa l’Autorità starebbe per avviare un’indagine formale sul colosso dei chip, la prima al mondo. Si temono distorsioni su prezzi, produzione e condizioni contrattuali nonché una dipendenza eccessiva nell’uso delle componenti

Pubblicato il 2 lug 2024



chips act Ue

L’autorità Antitrust francese potrebbe essere la prima al mondo a indirizzare accuse formali al produttore americano di chip Nvidia per presunte pratiche anticoncorrenziali nella catena del valore dell‘intelligenza artificiale generativa: lo riporta Reuters in base a indiscrezioni raccolte da persone vicine agli ambienti del regolatore francese.

L’Autorité de la concurrence starebbe preparando un’indagine contro il più grande produttore mondiale di chip dopo aver effettuato nel settembre 2023 dei controlli a sorpresa nell’industria del cloud computing e in seguito a una consultazione pubblica nel settore dell’Ai generativa, da cui è scaturito un report che descrive lo stato della competitività del settore. Il documento sottolinea che il settore della GenAi rischia, tra l’altro, un abuso di posizione dominante da parte delle aziende che forniscono i chip.

GenAi, Nvidia nel mirino dell’Antitrust francese

In particolare, l’Antitrust francese teme la dipendenza del settore dal software Cuda per la programmazione dei chip di Nvidia.

Come si legge nel report dell’Autorità francese, il regolatore “rileva diversi rischi potenziali come la fissazione dei prezzi, le restrizioni alla produzione, le condizioni contrattuali sleali o i comportamenti discriminatori”. Inoltre, le società sentite durante le consultazioni dell’antitrust, hanno espresso “preoccupazioni per la dipendenza dell’industria dal software di programmazione dei chip Cuda di Nvidia (l’unico ambiente perfettamente compatibile con le Gpu che sono diventate indispensabili per il calcolo accelerato)”. Infine, anche i recenti annunci di investimenti di Nvidia in fornitori di servizi cloud specializzati in Ai, come Coreweave, destano preoccupazioni”.

L’Antitrust francese assicura che continuerà a monitorare con attenzione il settore.

Catena del valore dominata dalle big tech

Il report analizza l’intero mercato della GenAi, che è composto di più attori che l’Antitrust ha messo sotto la lente. Ci sono i giganti del digitale che sono presenti sull’intera catena del valore, ovvero Alphabet e Microsoft, mentre Amazon, Apple, Meta e Nvidia sono presenti solo in parti di essa. Ci sono poi gli sviluppatori del modelli di GenAi, spesso delle startup, come Anthropic, HuggingFace, Mistral Ai e OpenAi, e dietro i quali ci sono spesso gli investimenti delle big tech, come Microsoft per OpenAi e Google e Amazon per Anthropic. A monte dell’industria ci sono i fornitori di componenti, tra cui in primo piano Nvidia, e i provider del cloud computing. Tutti questi settori sono collegati e gli stessi colossi spesso coprono più parti della catena del valore.

Il report sottolinea anche come l’ingresso nel settore sia strettamente legato alla disponibilità sia di grandi potenze di calcolo che di enormi quantità di dati. Fondamentale anche la capacità di effettuare ingenti investimenti. Questi fattori alzano le barriere per i nuovi entranti e rendono la GenAi un’industria potenzialmente concentrata tra le big tech.

“I colossi del digitale beneficiano dei vantaggi legati alla loro integrazione verticale, alle economie di scala e agli effetti di rete di natura cumulativa, perché i dati degli utilizzatori permettono di affinare continuamente i loro modelli e proporre nuovi servizi”, scrive l’Autorité.

I rischi di abuso e le raccomandazioni

Sono otto i grandi rischi che il regolatore vede sul mercato della GenAi: rischio di abuso nelle componenti informatiche (in cui l’autorità cita Nvidia), rischio di lock-in da parte dei fornitori cloud, rischi di discriminazione nell’accesso ai dati, rischi legati all’accesso a risorse umane qualificate, rischi legati ai modelli open source, rischio di abuso dovuto alla presenza delle stesse aziende in mercati diversi, rischi legati alle partecipazioni di minoranza e alle alleanze delle big tech con le startup del settore, e rischio di collusione tra aziende del settore.

L’Antitrust conclude con alcune raccomandazioni che non necessitano di intervento legislativo: rendere più efficace il quadro normativo applicabile al settore; in caso di violazione della concorrenza, mobilitare gli strumenti del diritto della concorrenza e del diritto sulle pratiche restrittive della concorrenza; incoraggiare l’innovazione garantendo un migliore accesso alla potenza di calcolo e tenere conto del valore economico dei dati; garantire la giusta remunerazione tra gli aventi diritto e l’accesso degli sviluppatori di modelli ai dati necessari per innovare; rafforzare la trasparenza sulle partecipazioni dei giganti digitali.

Nvidia non ha commentato le indiscrezioni di Reuters, ma il chipmaker l’anno scorso ha reso pubblico il fatto che i regolatori dell’Unione europea, della Cina e della Francia hanno chiesto informazioni sulle schede grafiche. Sempre secondo Reuters, l’Ue potrebbe espandere il suo dossier su Ndivia dopo che l’Antitrust francese ha messo l’accento sul rischio legato ai chip nella GenAi.

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