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GenAI, tasso di adozione al 70%. Ma nelle aziende manca una governance



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Secondo McKinsey è pari al 65% la percentuale di imprese che utilizza la tecnologia, il doppio di dieci mesi fa. Investimenti in crescita soprattutto nella gestione della supply chain e dell’inventario. Ma serve un organismo di monitoraggio e controllo per evitare i rischi

Pubblicato il 12 ago 2024

Federica Meta

Giornalista



intelligenza artificiale

Cresce l’uso dell’IA generativa nelle imprese. Secondo il report The state of AI in early 2024: Gen AI adoption spikes and starts to generate value” a cura di McKinsey & Company, il 65% delle organizzazioni utilizza regolarmente l’IA generativa, quasi il doppio rispetto a dieci mesi fa. Rimangono elevate le aspettative sulle tecnologia,  con tre quarti che prevedono cambiamenti significativi o dirompenti nei loro settori nei prossimi anni.

Tra i vantaggi più apprezzati dagli utenti la riduzione dei costi e l’aumento dei ricavi nelle business unit che utilizzano questa tecnologia.

Aumenta il tasso di adozione

Negli ultimi sei anni, l’adozione dell’IA da parte delle organizzazioni intervistate era intorno al 50%. Quest’anno, l’indagine il dato è balzato al 72%. Nel 2023 l’adozione dell’IA non aveva raggiunto il 66% in nessun mercato. Quest’anno più di due terzi degli intervistati in quasi tutte le regioni affermano che le loro organizzazioni stanno utilizzando l’IA. A livello settoriale, l’aumento maggiore dell’adozione si riscontra nei servizi professionali.

La metà degli intervistati afferma che le proprie organizzazioni hanno adottato l’IA in due o più funzioni aziendali, rispetto a meno di un terzo degli intervistati nel 2023.

Massimizzare il valore

L’adozione dell’IA gen è più diffusa nelle funzioni in cui può creare il massimo valore. In questo senso il 65% delle imprese utilizza regolarmente la Gen AI in almeno una funzione aziendale, rispetto a un terzo dello scorso anno.

L’aumento maggiore della sua adozione rispetto al 2023 si registra nel marketing e nelle vendite, dove l’adozione segnalata è più che raddoppiata.

L’impatto sulla vita personale 

La Gen AI si sta facendo strada anche nella vita personale degli intervistati. Rispetto al 2023, è molto più probabile che gli intervistati utilizzino l’IA gen sul lavoro e ancora di più che la impieghino sia sul lavoro che nella vita privata. L’indagine rileva un aumento dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in tutte le regioni, con i maggiori incrementi in Asia-Pacifico in Cina.

Gli intervistati con i livelli di seniority più elevati, inoltre, mostrano un incremento maggiore nell’uso di strumenti di gen Al rispetto ai loro colleghi di livello manageriale medio.

Guardando a settori specifici, gli intervistati che lavorano nel settore dell’energia e dei materiali e nei servizi professionali registrano il maggior incremento nell’uso della gen AI.

Il ritorno sugli investimenti

 E mentre cresce l’utilizzo inizia anche a rilevarsi un ritorno sugli investimenti. Le risposte all’indagine suggeriscono che, in molti settori, le organizzazioni hanno la stessa probabilità di investire più del 5% del loro budget digitale nell’intelligenza artificiale generativa e nelle soluzioni di intelligenza artificiale analitica non generativa.

Tuttavia, nella maggior parte dei settori, una quota maggiore di intervistati riferisce che le proprie organizzazioni spendono più del 20% in IA analitica rispetto che in IA gen.

La maggior parte degli intervistati (67%) prevede che le proprie organizzazioni investiranno maggiormente nell’IA nei prossimi tre anni.

Dove si concentrano gli investimenti?

Per quanto riguarda l’uso della Gen AI, la funzione in cui si è registrata una riduzione dei costi è quella delle risorse umane. Gli aumenti significativi dei ricavi (superiori al 5%) sono segnalati nella gestione della supply chain e dell’inventario.

Con riferimento all’IA analitica, si riscontrano vantaggi in termini di costi nelle operazioni di assistenza, in linea con quanto rilevato lo scorso anno, e di aver registrato aumenti significativi dei ricavi grazie all’uso dell’IA nel marketing e nelle vendite.

I rischi

Inoltre, le aziende considerano l’inaccuratezza e la violazione della proprietà intellettuale come aspetti rilevanti per l’uso dell’IA gen e circa la metà continua a considerare la cybersicurezza come un rischio.

In effetti, l’inaccuratezza – che può riguardare i casi d’uso in tutta la catena del valore dell’intelligenza artificiale, dai customer journey alla sintesi, fino alla codifica e ai contenuti creativi – è l’unico rischio che gli intervistati sono significativamente più propensi a segnalare e a mettere in campi azioni per mitigarla. Nel dettaglio alcune organizzazioni hanno già sperimentato conseguenze negative dall’uso dell’IA gen, con il 44% che ha dichiarato di averne sperimentato almeno una. Gli intervistati segnalano più spesso l’inaccuratezza come rischio principale, seguita dalla cybersicurezza e dalla “spiegabilità”.

La governance

In questo contesto manca però un organismo che si occupi della governance. Solo il 18% dispone di un Consiglio o di una Board a livello aziendale con l’autorità di prendere decisioni che coinvolgono la governance dell’intelligenza artificiale, e solo un terzo afferma che la consapevolezza dei rischi dell’intelligenza artificiale e i controlli per la mitigazione dei rischi siano tra le competenze richieste ai professionisti tech.

Nessun timore, invece, per eventuali impatti negativi sull’occupazione, motivo per cui non si stanno aumentando gli sforzi su questo fronte.

Le modalità di implementazione

Tre le modalità di implementazione delle soluzioni

  • gli acquirenti utilizzano soluzioni disponibili a livello pubblico,
  • gli “shaper” personalizzano questi strumenti con dati e sistemi proprietari
  • i creatori sviluppano i propri modelli di base da zero.

Nella maggior parte dei settori, i risultati dell’indagine suggeriscono che le aziende trovano le offerte disponibili a livello pubblico applicabili alle loro esigenze aziendali, anche se molte stanno cercando di sfruttare le opportunità di personalizzare i modelli o addirittura di svilupparne di propri.

Circa la metà degli utilizzi dell’IA nelle funzioni aziendali degli intervistati utilizza modelli o strumenti disponibili pubblicamente, con poca o nessuna personalizzazione. Gli intervistati nei settori dell’energia e dei materiali, della tecnologia, dei media e delle telecomunicazioni hanno maggiori probabilità di segnalare una significativa personalizzazione o messa a punto di modelli disponibili pubblicamente o lo sviluppo di modelli proprietari per rispondere a specifiche esigenze aziendali.

La maggior parte degli intervistati riferisce che le loro aziende hanno richiesto da uno a quattro mesi dall’inizio di un progetto per rendere operativa la gen AI, anche se il tempo necessario varia a seconda della funzione aziendale. Dipende anche dall’approccio per l’acquisizione di tali capacità. Non sorprende che l’uso di modelli altamente personalizzati o proprietari sia 1,5 volte più probabile rispetto ai modelli disponibili pubblicamente e non disponibili, e che l’implementazione richieda cinque o più mesi.

L’impatto sui conti

Solo un piccolo sottoinsieme di intervistati attribuisce già più del 10% dell’Ebit delle loro organizzazioni all’uso dell’IA gen. Il 42% di questi high performer dichiara che più del 20% dell’Ebit è attribuibile all’uso dell’IA non generativa e analitica, e si tratta di aziende di diversi settori e regioni, anche se la maggior parte di loro lavora in organizzazioni con un fatturato annuo inferiore a 1 miliardo di dollari.

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