Ripartire dalla banda ultralarga? È la scommessa del sindaco del Comune di Campli, Pietro Quaresimale. Dopo un anno terribile (terremoto, frane, nevicate devastanti ed ancora 800 cittadini fuori dalle proprie case) Campli è il Comune in cui Open Fiber ha tagliato oggi il nastro di partenza dei cantieri che realizzeranno l’infrastruttura in banda ultralarga nelle aree bianche C e D.
Oltre al sindaco, all’inaugurazione erano presenti il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, la commissaria alla ricostruzione Paola De Micheli, il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, i vertici di Infratel, Open Fiber e Enel.
Istituzioni diverse, centrale e locali, uomini di orientamento politico discorde, responsabilità istituzionali e manageriali differenziate. Eppure, tutti uniti proprio dalla volontà di portare una infrastruttura orientata al futuro come la rete ottica di Open Fiber in un luogo così svantaggiato come Campli, abbarbicato tra le montagne del Teramano.
Anche per questo, l’inaugurazione ha assunto un carattere simbolico significativo perché il raggiungimento di un obiettivo fondamentale come portare la banda larga e ultralarga in tutte le aree del Paese può essere raggiunto nei tempi previsti soltanto se ci sarà uno sforzo comune e costante nel tempo da parte di tutte le istituzioni e strutture burocratiche.
Basti ricordare il dato citato dall’amministratore delegato di Open Fiber, Tommaso Pompei: per realizzare i piani nelle aree previste dai due bandi Infratel vinti da OF sono necessarie 50.000 autorizzazioni da parte di 29.000 enti pubblici diversi. È evidente che bastano anche piccoli ritardi o interpretazioni locali restrittive del decreto scavi per far saltare il rigidissimo cronoprogramma realizzativo: 36 mesi per il completamento delle opere.
Eppure, come ha sottolineato il presidente di Open Fiber Franco Bassanini, si tratta di un’opera indispensabile, anche in vista dell’implementazione delle tecnologie 5G che richiedono una rete ottica capillare e diffusa in tutto il Paese, impensabile da replicare per ciascun operatore mobile.
Ecco dunque che la fibra ottica, sottolinea il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, “è un progetto di valore strategico per nostra economia: ampiezza, capacità, sicurezza capillarità della connessione in fibra ne sono il sistema nervoso”. Non è dunque un obiettivo “ma una condizione del vivere contemporaneo come lo sono stati nel secolo scorso i collegamenti stradali, ferroviari, l’acqua potabile, l’elettricità, il telefono, la tv. La connessione veloce e sicura a Internet è un servizio universale e devono averla tutti i cittadini e tutte le attività del territorio. Ci aiuterà a rendere i cittadini italiani più uguali fra loro”.
In una situazione in cui l’economia italiana torna a crescere gli investimenti per la realizzazione della rete sono “l’occasione per dare una spinta all’accelerazione della nostra economia” anche portando a nuova occupazione. Già oggi nei cantieri Open Fiber sono impegnate circa 3.000 persone che diventeranno 15.000 a regime. Dunque “è un’operazione che va fatta”, esorta Gentiloni. Anche se portarla a conclusione “non sarà una sfida facile”.
Sarà necessario “fare squadra: dai condomini ai sindaci, alle comunità locali, alle imprese, al Parlamento. È una grande operazione di modernizzazione non da ostacolare ma da agevolare. Troppe volte progetti straordinari si sono impantanati a causa di strozzature”.
Dunque, avanti tutta è l’invito del presidente del Consiglio. Ma intanto “onore al merito di Open Fiber che ha creduto in questo progetto”.