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Giannini: “Capitale umano chiave del disruptive change digitale”

Il ministro dell’Istruzione dal palco della convention EY di Capri evidenzia il ritorno agli investimenti in Italia da parte dei big dell’hi-tech, ma allerta: “Caso Apple insegna ma non deve rimanere caso isolato, servono competenze ad hoc”

Pubblicato il 07 Ott 2016

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“Il mondo dei grandi player del settore del digitale, ma non solo, torna a investire in Italia e vede nel nostro paese un ecosistema di trasformazione del capitale umano che garantisce condizioni molto migliori rispetto ad altri paesi europei a dispetto dei ranking”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini in occasione della convention EY a Capri.

Nel citare Steve Jobs, il ministro invita al “coraggio di fallire” e all’”autonomia di pensiero”. “Libertà, coraggio e autonomia i valori su cui stiamo ricostruendo il nostro ecosistema e anche dell’iniziativa che ha portato a Napoli la Apple”. “Per avere creatività – ha continuato Giannini – è necessario dedi due pilastri che fanno una società innovativa, ossia impresa e contesto sociale che deve seguire il cambiamento, bisogna puntare sul capitale umano ossia sulla parte più lenta nell’aggiornamento e che quindi ha maggior bisogno di attenzione”.

“È dal capitale umano che si produce il disruptive change – ha aggiunto ancora il ministro – è la nostra priorità che non può essere lasciato alla retorico di ‘investiamo nella scuola e nell’università’. Ci vuole un’agenda chiara che parta dalla consapevolezza dello stato esistente”. Dati alla mano il ministro ha fatto il punto sulle nuove competenze: il 57% degli italiani in età adulta non ha competenze di base digitali, un terzo non usa Internet e di questo solo il 70% ha competenze specialistiche adeguate.

“La digital literacy non è saper usare il web ma è la capacità di saper attingere da molte fonti di informazione per sviluppare conoscenza. Abbiamo deciso di disegnare un progetto integrato che dalla scuola fino all’università e insieme con altri ministeri possa portare il nostro Paese nell’arco dei prossimi 5 anni ad una dimensione educativa diversa e creare l’ecosistema della conoscenza che faccia in modo che Apple non rimanga un’isola felice”.

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