IL CASO

Giappone, manca manodopera: le aziende assumono robot

Lo rivela uno studio della Bank of Japan, secondo cui anche le piccole e medie aziende si stanno attrezzando per automatizzare processi produttivi e caring: dalle catene di montaggio ai servizi in camera negli hotel

Pubblicato il 15 Mag 2017

A.S.

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La mancanza di manodopera sta mettendo le aziende giapponesi sull’avviso di automatizzare in modo sempre più spinto le proprie attività, a partire dalle catene di montaggio per arrivare alle mansioni più tradizionalmente affidate a lavoratori umani, come ad esempio il servizio in camera negli hotel o il movimento terra nei cantieri edili.

Lo rivela un recente studio della Bank of Japan, secondo cui questa tendenza riguarderebbe ormai massicciamente le imprese comprese nella fascia di capitalizzazione tra i 100 milioni e il miliardo di Yen, con un aumento degli investimenti programmati che ammonta in media al +17,5%. Di pari passo, a riprova di questo fenomeno, c’è il fatto che stanno aumentando progressivamente anche gli ordini di questo genere di macchinari, e il governo giapponese conferma che una sempre maggiore fetta degli investimenti sono destinati ad aumentare l’efficienza.

Se questa tendenza sarà confermata dai fatti, potremmo trovarci di fronte a un antidoto messo in campo dal Sol levante per risolvere il problema della forza lavoro che sta rapidamente invecchiando, aiutando le industrie, risollevanda il basso tasso di produttività nazionale e dando ua spinta alla crescita economica.

“Più del 90% delle aziende giapponesi sono medio-piccole – dice alla Reuters Yasuhiko Hashimoto, che lavora nelal divisione robot di Kawasaki Heavy industries – ma la maggior parte di esse oggi non utilizza robot. Così stiamo dando vita a una serie di offerte e di prodotti mirati proprio su questi target”.

Il robot - assistente virtuale Tapia

Intanto l’Hotel Hen na ha conquistato la fama di “robot hotel” utilizzando 140 diversi robot, tutti dotati di intelligenza artificiale, per servire I clienti nelle 100 camere della struttura. In ogni stanta c’è un assistente virtuale a forma di uovo, “Tapia”, in grado di riconoscere il volto dei clienti e di rispondere ai loro comandi vocali. Può fare da sveglia, occuparsi di pianificare gli impegni e controllare gli altri device collegati a internet all’interno della stanza, a partire dalla Tv e dall’impianto di climatizzazione. Tutto questo mentre altri robot accompagnano gli ospiti e trasportano le loro valige. “Originariamente avevamo pensato questo prodotto per l’utilizzo domestico – spiega Sayaka Chiba, dirigente in MJI Co, l’azienda che produce Tapia – ma ormai stiamo ricevendo un numero crescente di richieste da aziende: banche, ospedali e alberghi sono interessati a usare Tapia in reception e per comunicare con i clienti. Ci dicono di essere interessate a Tapia perché non riescono a trovare personale, e questo dimostra che il mercato sta cambiando”.

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