LAVORO

Gig economy, arriva il contratto per i riders: ecco cosa prevede

I fattorini inquadrati nel Ccnl della logistica, merci e spedizioni come “personale viaggiante” con orario super flessibile. A carico delle aziende attrezzutura e assicurazione contro terzi

Pubblicato il 19 Lug 2018

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Anche i riders anche un contratto nazionale di riferimento. I fattorini che con biciclette, scooter e motocicli consegnano a domicilio merci soprattutto comprate online, hanno infatti il loro riconoscimento di diritti e tutele, già previsti ma articolati nell’ultimo rinnovo del Ccnl della logistica, trasporti merci e spedizioni, firmato ieri dalle associazioni datoriali e dai sindacati di categoria (Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti).

“Abbiamo completato il percorso iniziato con il rinnovo del Ccnl Logistica del 3 dicembre scorso e ora anche i rider sono tutelati – spiegano i sindacati in una nota – In questi mesi abbiamo valutato attentamente tutti gli elementi e le esigenze emerse dalle parti, per rappresentare al meglio la figura professionale del rider che ha sfaccettature variegate”.

La figura del rider, caratteristica della gig economy, era stata introdotta per la prima volta nell’ultimo rinnovo del Ccnl avvenuto lo scorso 3 dicembre, la cui stesura dell’articolato, rinviata a una successiva trattativa, si è conclusa ieri.

Nel dettaglio il contratto prevede tutte le tutele, salariali, assicurative, previdenziali, tipiche del rapporto subordinato e quelle contrattuali come assistenza sanitaria integrativa e bilateralità. I rider sono inquadrati con parametri retributivi creati appositamente e come “personale viaggiante”.

L’orario di lavoro è flessibile e può essere sia full time che part time, con 39 ore settimanali distribuibili in massimo 6 giorni a settimana e con un minimo giornaliero di 2 ore e fino a un massimo di 8, con la possibilità di coniugare la distribuzione urbana delle merci con il lavoro in magazzino. Previsti a carico delle aziende i Dpi (Dispositivi di protezione individuale), come caschi e pettorine catarifrangenti. Infine è istituita la contrattazione di secondo livello.

Soddisfazione è stata espressa dalle associazioni datoriali per le quali “l’articolato siglato oggi elimina una situazione che, se non disciplinata nel quadro normativo del Ccnl, esponeva imprese e lavoratori a situazioni ambigue e alla completa assenza di tutele”.

“Quella per i diritti dei riders è stata la mia prima battaglia da ministro del Lavoro – scrive su Facebook, il ministro del Lavoro e Sviluppo economico, Luigi Di Maio – Sono felice che il confronto tra sindacati e associazioni datoriali sia andato avanti come da me auspicato. La settimana prossima convocherò un nuovo tavolo con tutti i soggetti coinvolti, proprio a partire dai riders, per verificare i passi in avanti fatti”.

Secondo le stime della Uil Emilia Romagna sarebbero oltre 10mila i rider in Italia che lavorano per le piattaforme di food delivery. I lavoratori che dipendono da una piattaforma online, secondo i dati Inps riportati dalla Uil, sarebbero un milione di cui il 10% sarebbero rider e gli altri sono idraulici, traduttori e baby sitter. Per una cena da 30 euro consegnata a casa, 21 euro finiscono al ristoratore e gli altri 9 alla piattaforma di cui 3,6 euro netti al rider, 4 euro per il marketing e la gestione ed un 1 euro alla società di food delivery.

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