LAVORO

Gig economy, il governo stringe sul tavolo. Di Maio: “Si parte la prossima settimana”

L’annuncio del ministro del Lavoro e Sviluppo economico: “Se si trova una soluzione condivisa non ci sarà bisogno di una legge sui diritti”. Ampia disponibilità a collaborare da parte delle “piattaforme”. Intanto le Regioni accelerano: dopo il via libera alla prima norma ad hoc nel Lazio, il Piemonte lavora a un provvedimento “anti-cottimo” da inviare alle Camere

Pubblicato il 22 Giu 2018

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Gig economy: entra nel vivo la partita sui diritti dei riders. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha annunciato che prenderà il via “la prossima settimana il tavolo sui riders e sui lavori della gig economy”.

“Se a quel tavolo si trova la soluzione, con un nuovo contratto per la gig economy, non c’è bisogno della legge – ha spiegato il ministro intervenendo al congresso della Uil – Se, invece, mi si viene a dire o ce li fate sfruttare o me ne vado all’estero allora io faccio la legge per tutelarli questi lavoratori”. Di Maio ha aggiunto di avere al momento riscontrato “ampia disponibilità” anche da parte delle aziende digitali.  Un esempio è Domino’s pizza che a Torino assumerà 45 rider con contratto: il personale sarà inquadrato come lavoratore subordinato con contratto del Turismo e dei Pubblici esercizi. La società farà ricorso al cottimo solo per quei ragazzi, spesso studenti, lavorano nel fine settimana.

Oltre che il governo centrale anche le Regioni si stanno muovendo verso una maggior tutela dei diritti. Dopo il via libera della Regione Lazio della prima legge a tutela dei lavoratori delle piattaforme, il Piemonte, sfruttando l’articolo 121 della Costituzione che prevede la possibilità che le regioni presentino proposte di leggere alle Camere, ha elaborato un testo che cerca di superare in tutta Italia il cottimo, la completa non subordinazione dei rider e la mancanza di agibilità sindacale dei fattorini che consegnano il cibo.

L’idea è partita dal consigliere di Liberi e Uguali Marco Grimaldi. Cruciale l’articolo 6 della proposta: “Costituiscono rapporto di lavoro subordinato anche le prestazioni di lavoro organizzate o coordinate dal committente con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro – si legge nel testo – anche se rese prevalentemente o esclusivamente al di fuori della sede dell’impresa e che richiedono, per lo svolgimento della prestazione di lavoro, un’organizzazione, di beni e strumenti di lavoro da parte del lavoratore e della lavoratrice quali, in particolare, l’uso del proprio computer o di qualunque i dispositivi in grado di generare un trasferimento di dati o voce nonché i proprio mezzo di trasporto”.

I contratti di lavoro devono essere scritti e che i lavoratori hanno diritto a rimborsi per le spese di gestione delle loro attrezzature. Focus anche sulle forme di organizzazione. “Il lavoratore e la lavoratrice manifestano liberamente il proprio pensiero, nel rispetto dei principi della Costituzione e del segreto aziendale, anche attraverso l’esercizio della critica e della cronaca, che non possono essere limitati attraverso poteri direttivi, disciplinari, di coordinamento, di controllo o di verifica del datore di lavoro o del datore di lavoro gestore della piattaforma”.

La proposta in questione è stata presentata a tutti i capigruppo dei partiti in Regione e per essere inviata al Parlamento ha bisogno che nessuna forza politica voti contro il testo.

 

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