Gigaset, lo specialista della telefonia cordless, inaugura un inedito capitolo della propria storia. Dopo il fisso dove, sia sul piano B2B che su quello consumer, ha sviluppato insieme con Panasonic una posizione di leadership, la società tedesca punta sul – già affollatissimo, va detto – mercato degli smartphone.
È stata infatti presentata ieri sera a Berlino la gamma offerta dalla neonata società Gigaset Mobile: tre dispositivi di fascia alta che vanno dal modello entry level Pure (con un prezzo di listino di 349 euro) a quello premium, il Pro (che costerà 549 euro). I device, progettati in Europa e assemblati in Cina, debutteranno a fine settembre e saranno distribuiti per il momento esclusivamente attraverso il canale on line nelle principali piazze del Vecchio continente (a cui si aggiungeranno a novembre Turchia e Russia) e in Asia, dove il blasone dell’ingegneria tedesca, secondo le aspettative di Gigaset, aiuterà il nuovo brand a competere con marchi ben affermati senza complessi di inferiorità.
“Abbiamo le infrastrutture e, cosa ancora più importante, le persone, le idee e la tecnologia per essere un successo duraturo in questo settore altamente competitivo”, ha affermato il Ceo Charles Fränkl durante l’evento di presentazione, che ha anticipato l’avvio dell’Ifa, la fiera berlinese dedicata all’elettronica di consumo che quest’anno, molto probabilmente, vedrà la telefonia mobile come assoluta protagonista.
Obiettivi di vendita e di fatturato da una parte all’altra del globo naturalmente non sono stati comunicati. Ma in ballo c’è molto più della conquista di un posticino al sole in mezzo a colossi del calibro di Samsung, Apple e alle miriadi di proposte asiatiche. La nascita di Gigaset Mobile segna infatti un vero punto di discontinuità delle strategie aziendali ed è la prima svolta di rilievo da quando la maggioranza della compagine azionaria è stata conquistata dalla Goldin Fund di Pan Sutong.
Il fondatore del gruppo industriale e finanziario cinese, nel giro di pochi anni, è passato dal ruolo di produttore di hardware per l’ex divisione della galassia Siemens (oltre che per Huawei e altri) a investitore di primissimo piano di Gigaset AG, con il 75% delle azioni in portafoglio. Ed è proprio dal Far East che è arrivata la spinta per fare il grande salto nell’arena del mobile device. Le ripercussioni si sentono anche sul piano dell’organizzazione, a partire dalla regione italiana.
A capo del nuovo team tricolore è stato appuntato Antonio Terlizzi, che fino a oggi si è occupato di gestire il mercato d’Oltreoceano in qualità di Senior Vice President Head of Sales America. E la squadra è destinata a crescere, soprattutto sul fronte del marketing, con particolare enfasi sull’online e sulle iniziative digitali: sono previste le assunzioni di un responsabile ad hoc e di un community manager per il coordinamento delle attività sui social network, oltre alla creazione di altri ruoli a supporto. “In Italia cominceremo a commercializzare il telefono Me (quello di fascia media, a 469 euro, ndr) a partire da metà ottobre. Avendo per il momento l’intenzione di proporlo solo sui canali on line, con un sito e-commerce dedicato e attraverso i principali retailer di elettronica di consumo, il digital marketing risulterà fondamentale specialmente nell’ottica di comunicare l’identità del nuovo brand”, ha spiegato Terlizzi parlando con il CorCom. “Nel 2016 valuteremo altre azioni, come la vendita nei negozi fisici e i bundle con gli operatori telefonici”. Un’opzione, quest’ultima, essenziale in Italia soprattutto per stuzzicare il pubblico giovane con il modello base, che dovrà essere associato a servizi di live streaming per quanto riguarda musica e contenuti video. Terlizzi ha ammesso che rispetto a questo punto Gigaset sta “parlando con un importante player internazionale”.
L’hardware dei tre dispositivi presentati giustifica in qualche modo i prezzi non popolari con cui l’azienda vuole posizionare la nuova offerta: display full HD da 5 e 5,5 pollici (nella versione Pro); processori Qualcomm Snapdragon 615 e 810; fotocamere Sony rispettivamente da 13, 16 e 20 Megapixel (più lente frontale da 8 Megapixel); memorie interne da 16 e 32 Gigabyte, espandibili; il tutto racchiuso un design solido, razionale ma elegante, che dovrà essere la bandiera dell’ingegneria tedesca nel mercato cinese. Gli smartphone saranno inoltre dotati di sensore per la lettura di impronte digitali, con la possibilità di creare fino a dieci profili diversi per personalizzare livelli di accessibilità e credenziali a cartelle e funzioni specifiche del telefono. Il lettore però non potrà essere utilizzato per autenticare l’utente nei processi di mobile payment in prossimità, alla stregua dell’iPhone 6, per esempio: infatti nemmeno il modello top di gamma è dotato di tecnologia NFC (Near Field Communication), anche se Terlizzi ha anticipato che molto probabilmente la prossima generazione di device la adotterà.
“Nella fase iniziale, intendiamo fare leva su prerogative diverse”, ha detto il manager riferendosi anche al contapassi, al sensore che misura il battito cardiaco e al lettore di raggi ultravioletti, gestiti da un software proprietario che rappresenta solo la premessa allo sviluppo di ulteriori app in chiave fitness ed healthcare. Non solo: il prodotto dispone pure di una porta infrarossi che lo rende capace di comunicare con gli elettrodomestici di casa e ufficio, dal televisore al condizionatore, come fosse un telecomando universale. Va precisato però che tutte queste chicche non sono disponibili sul modello entry level. “Gigaset Pro dispone inoltre di una batteria a lunga durata, la cui carica è estremamente rapida grazie al fast charge”, ha aggiunto Terlizzi. “Abbiamo speso per questi prodotti tutta l’esperienza maturata con i clienti nell’ambito del cordless. La richiesta più frequente emersa dalle nostre survey? Più autonomia. Ed è per questo che il modello Pro è stato equipaggiato con una batteria che garantisce performance straordinarie, anche se questo ha significato incidere sul peso del telefono (che infatti raggiunge i 195 grammi, ndr)”.
Un nuovo mercato, un nuovo modello di business, una nuova organizzazione. Di sicuro non si può dire che Gigaset stia rimanendo con le mani in mano in un contesto in continua evoluzione. Ora bisogna solo attendere il responso del pubblico per capire se le mosse del gruppo tedesco sono in linea con lo Zeitgeist, lo Spirito del tempo. E l’Ifa sarà sicuramente un ottico banco di prova.