“Non faremo nessuna riforma della scuola ma aiuteremo la scuola a riformare se stessa. La riforma la cali dall’alto verso il basso con tutte le conseguenze del caso, la trasformazione parte dal basso e la possiamo fare tutti. Non occorre il decisore politico. Non occorrono riforme. Occorre trasformare”: è quanto ha annunciato Salvatore Giuliano, sottosegretario per l’Istruzione dal palco dell’EY Digital Summit a Capri.
In pole position la sfida digitale ma con un approccio meno orientato alla tecnologia: “Bisogna passare dalla scuola elettrificata alla scuola digitale. Ma molto spesso si è fatto abuso di ciò che è la scuola digitale. Il tema non è solo nella pratica didattica quotidiana ma soprattutto nei processi e nella messa a sistema dei dati. La tecnologia è uno strumento, consente di poter apprendere in un arco temporale diverso ma bisogna sviluppare la creatività e il pensiero divergente”. Secondo il Sottosegretario per usare la tecnologia in modo intelligente bisogna rivedere le modalità di insegnamento. “Questo è ciò che vogliamo fare”, ha annunciato puntualizzando che l’innovazione delle metodologie didattiche “non è una questione solo italiana”.
E soprattutto Giuliano evidenzia che non è possibile ragionare in ottica di breve termine: “Chi inizia oggi un percorso ne uscirà nel 2035. Ma nessuno sa cosa sarà il mondo nel 2035. Quel che si prevede è che il 60-75% delle professioni non sono nemmeno state inventate”. Secondo Giuliano “bisogna concentrarsi non sul cosa fare a scuola ma sul come. La partita si gioca qui. Come cambiare gli ambienti, i tempi e gli spazi e visione ai problemi completamente differente. Ma i risultati si ottengono nel medio-lungo periodo, quindi basta con i tweet compulsivi sugli annunci che non sono possibili”.