LA NOVITA'

Giustizia digitale, l’Italia batte tutti sul tempo: la Cassazione adotta il processo civile telematico

Debutta il deposito da remoto di atti e documenti da parte degli avvocati e si tratta di un primato europeo. La modalità adottabile in via facoltativa e “a tempo”, per fronteggiare le restrizioni dovute alla pandemia

Pubblicato il 31 Mar 2021

procura-tribunale-legge-160609112805

La giustizia si fa sempre più digital. Come previsto dal decreto legge Rilancio, prende il via oggi anche in Corte di Cassazione il processo civile telematico, prima Corte Suprema in Europa a prevedere una formula completamente digitalizzata.
Dopo mesi di sperimentazione, da oggi tutti gli avvocati italiani abilitati potranno depositare atti nativi digitali. Si tratta di una tappa fondamentale verso il completamento del processo civile telematico, che ha avuto un’accelerazione durante la pandemia.

Il protocollo era stato sottoscritto il 15 ottobre 2020 dal Ministero della Giustizia con Corte di Cassazione, Procura generale, Consiglio nazionale forense (Cnf), Organismo nazionale forense e Avvocatura di Stato, all’esito di valutazioni condivise da magistrati di Cassazione e personale della Dgsia, Direzione generale sistemi informativi automatizzati.

Già una realtà nei Tribunali civili

Nei Tribunali civili, la digitalizzazione del processo è già una realtà consolidata: dal 2014 al 2020 sono stati oltre 50 milioni gli atti nativi digitali depositati da avvocati; oltre 30 milioni quelli dei magistrati. In Cassazione, il percorso di digitalizzazione – avviato con le tecnologie più recenti – proseguirà con il coinvolgimento a breve anche della Procura generale.

Per ora la facoltà di deposito telematico ha natura “emergenziale”, destinata ad esaurirsi con la fine del periodo di emergenza pandemica, fatti salvi ulteriori interventi.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati